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ESCURSIONISMO CAI Lanzo Torinese - Commissione Escursionismo |
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La Val Grande di Lanzo è la più settentrionale delle valli di Lanzo: confina con la valle di Ala e con la Valle dell'Orco. Presenta fianchi molto ripidi, soprattutto sulla destra idrografica, molto ombrosa e ricca di boschi. Il versante all'adret invece, si presenta ripido nella prima parte, per aprirsi poi in bei pendii di pascoli. La valle principale si divide in due valloni seocndari, il vallone del Gura, ai piedi della Levanna Orientale, e il selvaggio vallone di Sea, che culmina alla base della parete nord dell'Uia di Ciamarella. Per ulteriori notizie su questo vallone potete consultare la monografia sul sito www.roby4061.it.
MONTE BARROUARD 2865 m Località di partenza: Rivotti (m 1450; frazione di Groscavallo). Tempo salita: 4 . Tempo discesa: 3 h . Difficoltà : E. Segnavia: nessuno. Periodo consigliato: Maggio - Novembre.Accesso automobilistico:da Lanzo raggiungere Pessinetto e proseguire poi alla volta di Cantoira per risalire la Val Grande fino a Pialpetta. Superata questa frazione imboccare poco dopo una deviazione sulla destra (indicazione Rivotti), ad un successivo bivio andare a sinistra e continuare a seguire la ripida strada asfaltata ignorando le deviazioni secondarie. Arrivati ai bellissimi ripiani in cui si trova la borgata Rivotti con la sua bianca chiesetta imboccare la deviazione sulla destra (sempre asfaltata) che prosegue ancora per due tornanti. Arrivati poco a monte di alcuni alpeggi (punto panoramico) l'asfalto termina, dove è possibile lasciare l'auto. Salita: necessario seguire integralmente la carrareccia. Il tracciato prosegue a mezza costa per un buon tratto ed affronta poi numerosi tornanti. Si tratta di un vero e proprio "balcone" sulla Val Grande: nelle giornate estive terse e ventilate è possibile vedere i Valloni di Sea e della Gura, la Ciamarella e le vette che formano la linea di confine con la vicina Francia con i brillanti ghiacciai che le circondano. Dalla parte opposta della valle sono evidenti i Valloni di Crotas, il Monte Dubia, la montagna che domina Ala di Stura, ed il Vallone di Trione. Proseguendo si ignora la deviazione che si stacca a destra e porta ai Gias Giaut e Primavera (m 1850-1900 circa): alpeggi ristrutturati molto bene e perfettamente integrati con l'ambiente}{\f2 circostante. L'itinerario porta ad aggirare un imponente sperone roccioso che non è altro che la parte terminale della Costa di Prè Longis. Gli enormi massi rendono la costiera simile ad un castello diroccato. Si entra così nell'ampio vallone in cui si trovano i laghi, dominato a nord dal Monte Barrouard (m 2865); si incontra subito il Gias Crest (m 1850) e, proseguendo, va ignorato uno sterrato che scende a sinistra. Superatolo, dopo una decina di metri, sulla destra si stacca un sentiero, che porta ai Laghi di Sagnasse. Si sale con molte risvolte passando davanti ad un grosso masso diviso in due da una spaccatura e da qui il sentiero volge a sinistra. In breve si giunge al Gias dei Laghi (m 2072; 2 h 30 minuti e da dietro ad un masso appare il Lago di Sagnasse Inferiore (m 2053). Lo si può raggiungere per poi risalire a quello superiore oppure è possibile continuare a seguire il sentiero che passa attraverso le numerose costruzioni per oltrepassarle e continiare in leggera salita. Si giunge in breve, con marcia senza sentiero, alle case del Gias Giom (m 2188) dove si trova un sentiero che va seguito verso sinistra, in direzione della costiera che scende al Barrouard. Raggiunta la cresta nei pressi di un grosso ometto si inizia a risalirla verso il Barrouard, superato un tratto roccioso che costringe a spostatsi a sinistra, si riprende a salire con molte ripide risvolte fino a raggiungere l'arrotondata cima del Barruard (m 2865, 4 h). Ottimo panorama sulle più alte cime delle Valli di Lanzo, sul Gran Paradiso, sulla Valle Orco con in evidenza il Lago di Ceresole. Discesa: Per l'itinerario di salita (3h). MONTE B ESSUN 2908 mSi tratta di un'escursione lunga e faticosa, che si svolge in ambiente solitario, con un lungo tratto senza sentiero e su terreno disagevole e ricco di insidie. Spettacolare la vista sul Gran Paradiso vicino e di fronte,sul vallone di Vassola e sulla pianura. E' una montagna ben visibile dalla pianura per il bizzarro torrione sulla sua dx.
AVVICINAMENTO: Da Lanzo raggiungere con la S.P.1 il bivio per la strada della Val Grande poco oltre Mezzenile e oltrepassare Cantoira. poco prima di Chialamberto seguire le indicazioni per Vonzo. Si segue sempre la strada e giunti sotto il paesello di Vonzo si prende il ramo di sx (Vonzo alto) che porta in breve al piazzale vicino alla bianca chiesetta. ITINERARIO: Si imbocca la strada asfaltata chiusa da un sbarra e che sale con alcuni tornanti il bosco fino al bivio che porta alla frazione dei Chiappili. Raggiuntala si attraversano le case e si incontra un sentierino poco segnato che sale i prati sulla dx, attraversa un bosco di betulle, tocca una baita isolata e giunge su una carrareccia. Si prende a sx e si segue la stradina che porta nel vallone di Vassola. Con percorso a mezzacosta si gira sul fianco della montagna e si giunge al bel piano di Vassola con i caratteristici ponti in pietra (1630mt, 1,30h). Arrivati al 2° ponte il sentiero si stacca sulla dx e sale il pendio cespuglioso (qualche problema nel mantenere la traccia) in direzione di un alpeggio sotto una balma (1777mt). Si prosegue per il sentiero ora più evidente fino all'Alpe Balmot 1894mt (40') tra grossi massi e poi con un mezzacosta in leggera discesa ci si porta ad attraversare il torrente su alcuni lastroni di roccia (cautela). Si risale ora il pendio e toccando un'alpe diroccata su rocce montonate si entra in una specie di gola che sfocia nel bel piano dell'A.Vailet 2233mt (45'). Il sentiero continua sulla dx di un rilievo erboso e si porta alla base delle balze che sostengono l'A. del Seone superandole con alcune belle serpentine e tratti gradinati. Giunti così nei pressi dell'Alpe (2398mt, 40') si abbandona il sentiero e si punta direttamente verso la vetta del Bessun. Attraversando delle rocce montonate si raggiunge l'enorme caos di macigni alla base della nostra montagna: con le dovute attenzioni e con divertente ma laboriosa ginnastica per trovare i passaggi meno scabrosi si supera quest'enorme pietraia e verso i 2700mt si trova una fascia erbosa piuttosto ripida e con alcune pietre instabili. Superatala si tocca un'altra pietraia instabile inframezzata da fasce di terriccio cedevole e con marcia faticosa si arriva alla base della liscia parete sud.Un ometto su un grosso blocco indica l'attacco di un canale nascosto sulla sx da due enormi monoliti di gneiss alti una quindicina di mt (~2850mt): si risale così (attenzione alle pietre mobili) il canale di erba, ghiaia e roccette largo da 2 a 3 mt e abbastanza ripido che muore nei pressi di una finestra. Si supera un saltino frontalmente e appoggiandosi a dx su una cengetta ci si trova di fronte all'ultimo breve ma ripido pendio di roccette che porta sulla cresta sommitale nei pressi della cima (cautela; 2908mt,1,50h) che si raggiunge facilmente con breve ginnastica: la vetta è un ammasso di rocce spezzettate: ben visibili i torrioni caratteristici e il Gran Paradiso, nonchè il gruppo Galisia-Basei e la valle dell'Orco. Discesa: per la via di salita (3,15h). Roberto Maruzzo MONTE UNGHIASSE 2939 mIl Monte Unghiasse è il punto culminante della lunga catena spartiacque Val Grande-Valle dell'Orco. E' una montagna poco appariscente dal versante della Val Grande, ma la si può salire senza difficoltà per la bella cresta S-E, segnalata tra le ascensioni di maggior interesse nella guida CAI-TCI "Alpi Graie Meridionali" di Berutto-Fornelli. Si tratta comunque di un' escursione lunga e con qualche tratto faticoso e che richiede cautela nella salita al Colle Unghiasse poichè il sentiero è ormai scomparso, ma che ripaga decisamente per la salita. Assolutamente sconsigliabile in caso di nebbia.
AVVICINAMENTO: Da Lanzo raggiungere con la S.P.1 il bivio per la strada della Val Grande poco oltre Mezzenile e oltrepassare Cantoira e Chialamberto. Subito dopo Pialpetta si prende a sx seguendo le indicazioni per Rivotti e ad un successivo bivio si segue la stradina di sx, che con percorso stretto e tortuoso porta ad Alboni, dove la stradina termina in uno spiazzo. ITINERARIO: Dallo spiazzo si seguono le indicazioni per i laghi del vallone d'Unghiasse. Il sentiero ben segnato da bolli bianco-rossi, sale toccando alcune case e giunge su una strada sterrata. In breve si ritrova sulla dx il sentiero, che si inoltra nel bosco di faggi. Si attraversa poi un piccolo pianoro dominato dal Bec di Roci Ruta e si prosegue sempre su buon sentiero fino sotto una paretina rocciosa che costituisce la base di una spalletta e con un tratto più ripido si esce sulla sx di quest' ultima, nei pressi di una baita crollata. Si attraversa un pianoro su un muretto e si riprende a salire tra grandi blocchi, arrivando in breve al bellissimo Piano di Riane 1805mt, solcato da numerosi ruscelli di acqua limpida (da cui il nome) (1,10h). Lo si ,attraversa verso E e si prosegue tagliando il ripido versante del Monte Gran Bernardè (San Bernè) al di sotto di una ripida parete rocciosa. Il sentiero sempre ben segnato si porta al centro del vallone e, toccando alcuni alpeggi, giunge nei pressi dell'Alpe del Laietto 2310 mt. Ora si prosegue su terreno caratterizzato da rocce montonate e si raggiunge il Gran Lago d'Unghiasse 2494 mt (2 h), d'un colore blu profondo. Si costeggia il lago verso dx e si imbocca una traccetta segnalata da ometti e qualche vecchio segnale sbiadito del segnavia EPT 323 che portava al Colle Unghiasse e a Noasca. Si risale il pendio erboso portandosi alla base della liscia parete rocciosa che costituisce la base della Q.2883 IGM e la si costeggia salendo verso O, facendo attenzione a non perdere la traccia, decisamente poco marcata. Con fatica si giunge nei pressi di un canale franoso di mobili sfasciumi (cautela, il pendio è ripidissimo e porta direttamente nel lago!!): lo si attraversa possibilmente appoggiando sulle roccette a dx cercando il passaggio più semplice (ometti), puntando alla cresta che si raggiunge per un ultimo ripido tratto di rocce rotte, toccando quindi il Colle Unghiasse 2805 mt (1h). Alla sx del colle è ora ben visibile la cresta S, all'inizio larga e detritica, poi più stretta e rocciosa, mai aerea. La si risale comodamente seguendo alcune tracce (ometti) e, con percorso più divertente, superando con facile ginnastica i caratteristici salti rocciosi (tranne gli ultimi due; sono comunque tutti evitabili) fino a toccare il punto culminante, dov'è posto un ometto di pietre (2939mt, 30'). Il panorama è stupendo sulla Val Grande, sulla cresta di confine, sul Gran Paradiso esulla valle dell'Orco: sono visibili anche le punte Gnifetti e Zumstein del Monte Rosa. Bellissima anche la vista sul sottostante Gran Lago e sullo scosceso versante N. Discesa: per la via di salita (3,15h). Roberto Maruzzo SANTUARIO DI SAN DOMENICO 1772 m Località di partenza: Lities (m 1143; frazione di Cantoira). Durata complessiva: 2 h 30 minuti.Difficoltà : E . Segnavia: EPT 329.Periodo consigliato: Maggio-Novembre, vista la favorevole esposizione con scarso innevamento è possibile effettuare la gita per buona parte dell'anno. Dislivello salita: 629 m.Dislivello discesa: 629 m.Accesso automobilistico: Lanzo - Germagnano - Pessinetto - Cantoira. Arrivati a Cantoira, dopo aver superato di poco la parrocchiale, in alto a destra, si stacca dalla provinciale una carrozzabile che sale verso destra, indicazione per Lities-Vru. Percorrendola vengono trovate due deviazioni, in entrambi i casi si dovrà andare a sinistra seguendo le indicazioni per Lities. Ignorate le strade secondarie ed oltrepassata una chiesetta lasciandola a sinistra, si giunge al punto di partenza; lasciare l'auto nel piazzale vicino alla chiesetta del borgo.Salita: immediatamente prima della chiesetta si trova l'attacco del sentiero evidenziato da un cartello indicatore in legno. La salita inizia costeggiando alcune abitazioni e poi risale un ripido valloncello bagnato da un torrente. Si supera un evidente pilone votivo poco prima di entrare in un bel bosco di faggi. Con un tratto quasi pianeggiante si superano due rii e poi, piegando a destra per uscire dalla zona boschiva, si raggiungono le case del Gias Lavassè (m 1552; 45 minuti). Da qui, volendo visitare un altro gruppo di alpeggi, si individua una traccia che si allontana quasi pianeggiante verso sinistra (Ovest) e si raggiunge in breve il gruppo di alpeggi del Camp del Gigant (m 1481). Per proseguire verso S. Domenico, superate le abitazioni di Lavassè , si continua verso destra attraversando dei pascoli e superando alcuni alpeggi; si risale un pendio erboso raggiungendo un pilone votivo piuttosto evidente e di li, procedendo verso sinistra, si raggiunge velocemente la piccola chiesetta di S. Domenico (metri 1772; 1 h 30 minuti). Il piccolo edificio sacro è visibile gia da Lities e da alcuni punti del sentiero. Discesa: per la via di salita (1 h). Località di partenza: Chialamberto (m 851). Tempo salita: 1 h 45 minuti .Tempo discesa: 1 h.Segnavia: nessuno. Difficoltà : T.Periodo consigliato: maggio-novembre. Accesso automobilisitico: arrivati da Torino superare Lanzo, Germagnano e Pessinetto. Dopo quest'ultimo paese, ad un bivio, dirigere a destra verso i paesi della Val Grande: Cantoira e Chialamberto. Arrivati a Chialamberto si supera il paese per imboccare sulla sinistra una stradina che scende ad un ponte che attraversa la Stura (indicazione pattinaggio). L'auto va lasciata quando la strada si allarga formando un piazzale in terra battuta nei pressi di un piccolo skilift. Salita:percorrere il ripido pendio passando vicino ai pali metallici dell'impianto di risalita; puntare poi verso un gruppo di costruzioni e, dopo averle raggiunte, oltrepassarle per raggiungere una strada sterrata. Andare a sinistra, in salita, affrontando così numerosi tornanti che si sviluppano in un bosco; non essendovi deviazioni secondarie è sufficiente seguire la stradina per giungere all'Alpe Cuccetta (m 1413 - 1 h 10 minuti), buon panorama. Dalla piccola piazzetta dove termina la stradina salire a sinistra, agli alpeggi superiori, e poco prima di raggiungerli andare a destra iniziando a seguire una mulattiera (in diversi punti un pù infrascato che porta a superare un rio che scorre un valloncello per poi giungere alle prime case del borgo di Missirola (m 1452, 1 h 45 minuti).Discesa:Per la via di salita (1 h). Volendo, dalla parte più bassa del borgo di Missirola, parte una bella mulattiera che entra nel bosco e lo percorre in discesa fino a giungere nei pressi del ponte di Bussoni (fraz. di Chialamberto) che attraversava la Stura. Il ponte è ora impraticabile, danneggiato dalla piena di settebre '93. Per tornare al punto di partenza seguire la stradina verso sinistra (pista da fondo in inverno) senza mai attraversare il corso d'acqua. Attraversati alcuni prati si giunge infine al piccolo impianto di risalita da cui è iniziata l'escursione (1 h 15 minuti circa). Notizie utili: a Chialamberto si trovano pensioni, ristorantini e alcuni negozi. VALLONE DI SEA FINO AL GIAS NUOVO 1888 m Località di partenza: Forno Alpi Graie (m 1219; frazione di Groscavallo ). Durata complessiva: 3 h 20 minuti. Segnavia: EPT 308.Difficoltà : E. Periodo consigliato: fine Maggio - Novembre. Dislivello salita: 669 m - discesa: 669 m . Accesso automobilistico: Da Torino raggiungere Lanzo e proseguire verso Germagnano e Pessinetto; da qui continuare alla volta di Cantoira entrando in Val Grande e superati i paesi di Chialamberto e Groscavallo, con le loro numerose frazioni, si arriva a Forno Alpi Graie dove termina la strada e si lascia l'auto nel piazzale.Salita:Dalla piazza di Forno Alpi Graie andare a sinistra per attraversare la Stura. Di lì incomincia lo sterrato che costeggia alcuni pascoli e che conduce ad un bivio dove si prende a destra, in salita. Il tratto iniziale era, fino al Settembre '93, notevolmente diverso ma la piena di quei giorni ha completamente devastato il territorio di Forno come si può chiaramente vedere nei pressi del paese. Al bivio, andando a sinistra, si raggiungerebbe invece, dopo aver riattraversato la Stura, la scalinata che conduce al Santuario seminascosto tra la vegetazione (volendo raggiungere il Santuario si impiega 25/30 minuti circa). Oltrepassato il bivio viene raggiunta ed oltrepassata una costruzione dell'acquedotto. Si prosegue mantenendosi sulla sponda destra del torrente Sea (sinistra orografica) dove vi sono altri evidenti segni della piena. Dove il corso d'acqua compie una leggera curva verso destra si può abbandonare l'ampia traccia per imboccare un sentierino che risale rapidamente un prato raggiungendo cosè l'Alpe Le Casette (m 1319, 40 minuti). Ridiscesi sulla traccia principale va affrontato un tratto in leggera salita sino a ritornare nei pressi del Sea. Attraversare il corso d'acqua sul ponticello posto pochi metri prima del Gias Balma Massiet (m 1500; 1 h). Lungo la salita e dal gias stesso accade di poter ammirare le evoluzioni dei rocciatori impegnati sulle difficili vie "disegnate" sulle pareti del Vallone.Si segue ora la destra orografica del vallone lasciando a destra il Sea e proseguendo in leggera ma costante salita. Poco dopo il bivio per il Passo dell'Ometto, quando il vallone compie una larga curva a destra, si perviene all'Alpe di Sea (m 1785; 2 h) protetta da un enorme macigno. Si riattraversa il Sea per passare tra le costruzioni dell'alpeggio; restando vicinissimi ad un rigagnolo si volge leggermente a sinistra per risalire un'asperità e finalmente, poco dopo, si apre il bellissimo Piano di Sea a cui fanno da corona alcune delle più alte cime della zona. Procedere in discesa per alcune decine di metri per poi volgere a destra e, con marcia pianeggiante, raggiungere le costruzioni del Gias Nuovo (m 1888; 2 h). Discesa:per la via di salita (1 h 20 minuti circa). Per il percorso completo, fino al colle di Sea 3100 (EE), consultare la monografia su www.roby4061.it. Località di partenza: Rif. Daviso (m 2280). Tempo salita: 4 h
Tempo discesa: 4 h circa (dalla vetta a Forno Alpi Graie). Segnavia:
EPT 315.Difficoltà : PD. Periodo consigliato: Luglio - Settembre. La
Levanna Orientale è la meno alta delle tre Levanne ma è quella più
frequentemente salita dal versante italiano. La sommità è formata da
una cresta rocciosa lunga più di 200 metri. Sull'estremità Nord, al
più elevata, si trova un ometto di pietre mentre su quella Sud ci
sono una piccola croce e due effigi della Madonna. Quest'ultima è da
tutti considerata come la cima della Levanna Orientale.Accesso: vedi
itinerario Rif. Daviso. Salita: Dal rifugio imboccare
il ripido Descrizioni cura di Roberto Bergamino e Roberto Maruzzo Altri itinerari sul libro "100 sentieri nelle Valli di Lanzo" in vendita presso tutte le Edicole e su Valli di Lanzo Outdoor |
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