ESCURSIONISMO

CAI Lanzo Torinese - Commissione Escursionismo


SENTIERO ITALIA-GTA


Nelle Valli di Lanzo il Sentiero Italia segue quasi fedelmente il tracciato GTA (Grande Traversata delle Alpi) per cui non si è reso necessario ideare nuovi sentieri ed itinerari; non per questo il lavoro è stato meno gravoso in quanto numerosi e lunghi tratti di sentiero si sono rivelati invasi dalla vegetazione se non addirittura scomparsi. E' quindi giusto ringraziare tutti i volontari delle sezioni CAI che sono intervenuti per ripristinare i sentieri.

Accesso automobilistico ai posti tappa: Per raggiungere il Truc da Torino con la Statale 25 fino a Mompantero. Attraversata la frazione seguire la stradina che sale alla Riposa (Rocciamelone), ignorando le deviazioni secondarie, percorrendola fino al bivio per il Truc; imboccata la nuova traccia si raggiunge il punto di partenza della prima delle quattro tappe proposte. Per le Valli di Lanzo da Torino seguire la direttissima delle Valli di Lanzo; superata la galleria del Monte Basso, che permette di evitare l'ingresso in Lanzo, si è all'inizio delle valli. Andando a sinistra si entra in Val di Viù , Usseglio, Mondrone; seconda tappa). Proseguendo diritto fino a Ceres si trova un bivio, a sinistra si prosegue per la Val d'Ala (Ala di Stura, Balme; terza tappa) mentre a destra si entra in Val Grande . (Cantoira, Chialamberto, Pialpetta; quarta tappa). Per Ceresole Reale da Torino raggiungere Cuorgnè proseguendo poi alla volta di Pont e Locana sulla Statale 460. Superato il paese di Noasca si percorre una lunga e ripida galleria arrivando così a Ceresole.


SENTIERO ITALIA 1° TRATTO


PRIMO TRATTO SUSA-MARGONE

Il Truc (mt. 1706) - Alpe Arcella (mt. 2000) - Colle della Croce di Ferro (mt. 2558) - Lago di Malciussia (mt. 1805) - Margone (mt. 1410)

Il Truc (posto tappa) viene raggiunto da Susa in circa 4 h di cammino seguendo una mulattiera che passa per S. Giuseppe di Mompantero (mt. 540), Castagneretto (mt. 930), Pietrabruna (mt.1.150), Case praletto (mt. 1618) e finalmente il Truc. Si può anche salire in auto seguendo una carrareccia. Dal Truc seguire per un breve tratto la carrareccia, poi, senza attraversare un rio, raggiungere un isolato alpeggio toccando successivamente il tracciato di una carrareccia; andare a destra, in salita, raggiungendo così l'Alpe Arcella (mt.2000) dopo aver lasciato la sterrata pochi metri prima che essa termini. Superato l'alpeggio volgere a destra per compiere un lungo traverso e superare poi un costone. Risalito un pendio la mulattiera contorna il margine superiore di uno scoscendimento raggiungendo e sup erando poco dopo un valloncello. Raggiunti e superati dei fabbricati si giunge al Colle della Croce di Ferro (mt.2558; 3 h 30 minuti), ampia insellatura anticamente molto frequentata in quanto comoda via di comunicazione tra la Val di Susa e la Val di Viù. Con una rapida deviazione si può andare a destra (est) ed in circa 10 minuti salire alla panoramicissima quota 2618. Nei pressi del colle, sul finire dell'Agosto '44, si svolsero furiosi combattimenti tra preponderanti truppe nazifasciste e forze partigiane guidate dal Comandante Laghi; ebbere la meglio i partigiani che riuscirono a catturare 160 nemici. Inizia la discesa seguendo un'ampia e comoda mulattiera militare, entrando così in un valloncello racchiuso tra le pendici dirupate del Monte Palon (mt.2965) a sinistra e del Monte Turlo (mt. 2590) a destra. Vanno attraversati dei pascoli disseminati di rocce di varie dimensioni godendo della vista sull'imponente massiccio Lera-Sulè , posto proprio di fronte (nord); dopo aver compiuto una curva a destra si giunge nei pressi del Rio Croce di Ferro da dove la vista si apre sulla conca del Lago di Malciussia e sulla sua diga mentre, a sinistra (ovest), appare il Rocciamelone con il relativo ghiacciaio (mt.3538). Volgendo a sinistra (nord) si scende decisamente verso l ' invaso lasciando poco dopo sulla destra una piccolo promontorio su cui sorge una casermetta della Guardia di Finanza; si giunge così al pianoro ove scorre il rio immissario del lago. Superato il torrente andare a destra raggiungendo le case di Pietramorta e, messo piede su una stradina sterrata, costeggiare la sponda settentrionale del lago fino a giungere al piazzale dove sorge il Rifugio Albergo Vulpot (m 1805; 1 h 45 minuti dal colle). L'invaso venne realizzato sul finire degli anni '20 sommergendo buo na parte dell'abitato di Malciussia (dell'antico villaggio rimangono solo le case a monte del Rifugio Vulpot). Imboccata la strada asfaltata si affronta un brevissimo tratto di salita e, compiendo una curva a sinistra, viene superata la diga passando poco a monte di essa. Si inizia la discesa percorrendo la carrozzabile per poche centinaia di metri sino a che sulla sinistra appare un'evidente traccia che pare tagliare, perfettamente pianeggiante, la montagna (evidenti indicazioni). Si tratta del percorso su cui si snodava la piccola ferrovia Duecauville a scartamento ridotto nota come "Tracciolino" che, costruita negli ultimi anni '20, collegava e collega ancora adesso con arditissimo tracciato il Lago di Malciussia all' invaso del Lago Dietro la Torre (m 2 366), sito nel Vallone d'Arnas; fu utilizzata per trasportare i materiali necessari alla costruzione delle due dighe. Durante il cammino si ha una costante visione sul selvaggio spartiacque Val di Viù -Val Susa ed in particolare sulle imponenti pareti della Gran'Uja (m 2666). Poichè si deve affrontare un breve tratto in galleria (100-120 metri) è necessario disporre di una torcia elettrica. Abbandonta la carrozzabile, vanno tosto superati dopo pochi metri i resti di una piccola frana (passerella) dopo di che non si deve fare altro che percorrere l'aerea traccia che segue fedelmente l'andamento del versante montuoso. E' tutto un susseguirsi di costoni ed incassati valloncelli e si percorre, come detto, anche una galleria che supera una zona rocciosa. Quando già l'abitato di Margone compare a fondovalle si compie una curva a sinistra, la valle si allarga e si passa poco a monte di un'ampia zona pascoliva ove sorgono alcuni casolari. Superato un rudere si fanno ancora poche centinaia di metri sino a che si incroc ia il sentiero che porta al Rifugio Cibrario (3 h 20 minuti; evidenti indicazioni). Abbandonata la piccola ferrovia si scende a destra per attraversare un prato e raggiungere in breve l'alpeggio di Trapette. Di li, con ripidissima discesa, si passa in un ra do bosco e velocemente si arriva all'abitato di Margone, nei pressi del bar del paese (mt. 1410; 4 h) dove si trova anche il Posto Tappa.

Tempo complessivo: 7 h 30 minuti. Dislivello salita: 857 metri. Dislivello discesa: 1148 metri. Difficoltà: E .

SENTIERO ITALIA 2° TRATTO


SECONDO TRATTO MARGONE-ALA

Margone (mt. 1.410) - Usseglio (mt. 1.266) - Pian Venaus (mt. 2.000 circa) - Colle di Costa Fiorita (mt. 2.500 circa) - Colle Paschiet (mt. 2.435) - Laghi Verdi (mt. 2.154) - Balme (mt.1450)

Altra tappa piuttosto lunga ed impegnativa ma di grande interesse. Si visitano luoghi suggestivi e di selvaggia bellezza (Vallone Venaus e Vallone Paschiet) passando sotto le rocciose pendici dell'imponente figura della Torre d'Ovarda (mt. 3.075). Nella parte centrale dell' itinerario (tra il Pian Venaus ed il Colle Paschiet) è consigliabile prestare particolare attenzione alla segnaletica ed al sentiero poichè si percorrono ripidi pendii erbosi e pietraie. Nella parte più alta dell' escursione possibilità di avvistare ungulati, soprattutto camosci. Dal Posto Tappa di Margone volgere a sinistra seguendo la strada asfaltata che attraversa il paesino ed incomincia poi a scendere verso Usseglio; si toccano così le altre borgate che costituiscono quello che è il più alto paese della Val di Viù. Passate le frazioni Crot, Villaretto e Cortevicio si arriva al capoluogo (mt. 1.266; 40 minuti). Si narra che l'ampio piano di Usseglio ospitasse anticamente un lago glaciale ed in effetti questa tesi è avvalorata dalla presenza, a valle del pianoro, dei resti di una morena (località Piazzette) che avrebbe trattenuto l'acqua. Una rovinosa frana sarebbe stata la causa dello svotamento dell'invaso. Tutta la zona era già anticamente abitata da popolazioni celto - liguri ed in epoca romana passavano per queste terre delle vie che conducevano nelle Ga llie (per il Colle dell'Autaret, mt. 3.071, e per il Colle d'Arnas, mt. 3.010); nei dintorni sono stati trovati anche numerosi reperti romani tra cui due are votive, monete e resti di sepolture. Un'ara dedicata ad Ercole si trova murata nella facciata dell'anti ca parrocchiale a Cortevicio, presso un porticato del '700 ormai cadente; la seconda, dedicata a Giove, è infissa nel muro della cappella di Piazzete sempre ad Usseglio. Queste are sarebbero state ritrovate lungo le antiche vie che portano in Savoia attraverso i già citati colli Autaret ed Arnas. In zona si trova anche la Cappella di S. Desiderio, risalente forse al VII secolo; si tratta di una delle più antiche testimonianze cristiane delle Valli di Lanzo. Dopo alcune centinaia di metri si lascia a destra un piccolo campo di mini - golf e, attraversato un ponticello in cemento, si va a sinistra abbandonando la carrozzabile per seguire una stretta stradina sterrata (cartelli indicatori). La salita porta a costeggiare, lasciandolo a destra, un muro costruito p er contenere le acque dell'impetuoso Rio Venaus (che porta gli evidenti segni delle ultime piene). Dopo un breve passaggio sul muretto stesso si entra nell'incassato vallone portandosi sulla destra idrografica del corso d'acqua per poi tornare poco dopo s ul la sponda opposta. La traccia si allontana progressivamente dal rio (verso destra) per iniziare a risalire, con strette e ripide svolte, il boscoso versante sinistro idrografico del vallone. Superata una zona caratterizzata dalla presenza di conifere (1 h 20 minuti circa) si affrontano ancora alcuni tornanti per poi volgere decisamente verso nord compiendo così un lungo diagonale ascendente che segue le ondulazioni del pendio, caratterizzato dalla presenza di numerosi canaloni. In questo tratto si trovano a nche delle piccole vene d' acqua. Attraversato un piccolo rio si volge leggermente a sinistra per risalire poi una faticosa dorsale; in breve si sbuca sul piccolo e panoramico Pian Venaus (mt. 2.007; 2 h 20 minuti). La traccia attraversa il piano dirigendo verso nord lasciando a destra i resti di una piccola costruzione; sono i ruderi del ricoveri dei minatori che, nei secoli passati, lavoravano nelle vicine cave. Si sale quindi lungo un valloncello laterale tra cara tteristiche guglie e torrioni in un aspro ambiente roccioso e selvaggio fino a raggiungere l'insellatura del Colle di Costa Fiorita (mt. 2.500 circa; ampia vista sulla Valle di Viù ); di qui, proseguendo verso est per pascoli sassosi, si arriva ad un piccolo pianoro erboso dove si raggiunge la facile mulattiera che da Lemie, per l'Alpe d'Ovarda (mt. 1.890), porta al Col Paschiet (questa strada è la più facile e sicura in caso di maltempo o di cattiva stagione per scendere in Val di Viù). Salendo a sinistra lungo la mulattiera si passa ai piedi della rocciosa parete est della Torre d'Ovarda; si raggiunge così il Colle Paschiet (mt. 2.435; 5 h 40 minuti) che si apre verso la Val d'Ala mentre appare a sinistra (nord - ovest) la Ciamarella (mt. 3.676) con la sua bianca calotta. Si scende, incontrando alcuni nevai fin o a stagione inoltrata, verso i laghi Verdi tenendosi sul sentiero che corre sulla destra orografica del vallone. Si raggiunge il Bivacco Gandolfo e poco dopo il Lago Verde superiore (mt. 2.154) e inferiore (mt. 2.142). Risalito un colletto in ripida discesa s i lascia a destra il valloncello che scende dal Colle del Vallonetto (mt. 2.485). Di lì , piegando a sinistra, si raggiungono e superano i casolari dell'Alpe Pian Buet (mt. 2.006); pochi tornanti in discesa e si giunge nei pressi del Rio Paschiet (30 minuti circa dai Laghi Verdi). Si continua a scendere mantenendosi costantemente sulla destra idrografica del torrente e, superati due alpeggi, si entra in un boschetto di radi larici. Si sbuca poco a monte degli alpeggi dell'Alpe Pian Salè (mt. 1.580) e dopo ave rli oltrepassati si supera un pascolo caratterizzato dalla presenza di un'enorme e bellissima roccia montonata. Raggiunto nuovamente il Rio Paschiet piegare a destra seguendo il corso d'acqua ed entrando in una zona boschiva; si attraversa poi il rio appr ofittando di un ponticello in legno arrivando così nei pressi della Borgata I Frè (mt. 1.495). Il piccolo villaggio, di origine medievale, fu abitato forse da un gruppo di minatori arrivati dalla Val Sesia. Volgendo a destra si percorre una stradina sterrata che in breve conduce alla Borgata Cornetti, altro antico insediamento. Dal piccolo piazzale andare a sinistra risalendo al centro del villaggio caratterizzato da antiche case in pietra per raggiungere Balme (mt. 1.450 2 h 30 minuti dal colle) ed il posto tappa situato in punta al paese. Anzichè seguire la strada asfaltata è meglio prendere la mulattiera che va a sinistra risalendo ai prati sovrastanti, con sentiero pianeggiante si raggiunge il bosco e la cascata della Stura che viene attraversata passando su un ponte di legno. Arrivati alla carrozzabile andare a destra, in discesa, e dopo poche decine di metri, sulla sinistra, si trova il posto tappa. Prima della cascata si può godere della vista sul paese, sulle sue vecchie case e sul Rucias: si tratta di un antico complesso di edifici rurali (abitazioni, stalle, fienili) in pietra che si erge su una balza rocciosa sovrastante la Stura. Venne costruit o da da Gian Castagneri alla fine del secolo XVI. Interessanti alcuni affreschi a carattere religioso dell'inizio del 1600. Sopra il Rucias si scorgono gli edifici del vecchio Albergo Belvedere - Camusot frequentato da alpinisti e personalità di spicco nella seconda meta dell' '800 e nei primi anni del '900. 

Tempo complessivo: 8 h 10 minuti. Dislivello salita: 1400 mt. Dislivello discesa: 1400 mt Difficoltà: E

SENTIERO ITALIA 3° TRATTO


TERZO TRATTO ALA-PIALPETTA

Balme (mt. 1.432) - Molette (mt. 1.341) - Caudre (mt. 1.461) - Lago Vasuero (mt. 2.237) - Colle Trione (mt. 2.486) - Laghi di Trione (mt. 2.164) - Pialpetta (mt. 1.069)

Escursione lunga, che supera un notevole dislivello sia in salita che in discesa; la fatica è però ben ripagata poichè si attraversano belle borgate nascoste tra fitti boschi e, nella parte alta dell'itinerario, siti selvaggi ed ancora integri caratterizzati da pascoli, laghetti alpini e piccoli insediamenti umani. I panorami sono sempre ampissimi ed estremamente interessanti. Lasciato il posto tappa di Balme si segue la strada asfaltata, in discesa, per poco meno di 3 Km Superato l'abitato di Chialambertetto si perviene a Molette (35 minuti). A valle del piccolo abitato, nei pressi delle ultime case, si trova una grossa costru zione dell'acquedotto municipale di Torino. Sulla sinistra, subito dopo il fabbricato, va imboccato il sentiero che, volgendo quasi subito a destra per superare un ripido costone, conduce in breve alle case di Ciampas (1 h 5 minuti), piccola e graziosa borgata ancora ben conservata. In alto, a sinistra, torreggia la slanciata figura dell'Uja di Mondrone (mt. 2.964) che farà bella mostra di se per tutta la salita. Dalle case volgere a sinistra (nord) e tosto si arriva a Caudrè (mt. 1.461) dopo aver superato un caratteristico passaggio tra due rocce. Interessante la minuscola cappella che si trova nei pressi delle case. Superate le costruzioni il sentiero si inoltra in un fitto bosco di faggi per uscirne quando è necessario superare un ripido crinale attraversato da un ruscello. Percorsa verso destra una piccola radura pas sando tra radi larici si risale un costone guadagnando l'alpeggio di Fregne (mt. 1.588), posto a monte di un bellissimo "terrazzo" pascolivo, panoramicissimo. Andare per un breve tratto verso sinistra per poi risalire una dorsale e, giunti ad un bivio, prender e a destra scendendo in un incassato valloncello dove scorre un rio; risaliti dalla parte opposta va affrontata una serie di ripidi tornanti e brevi rettilinei che consentono di oltrepassare alcuni piccoli alpeggi. Lasciato il grosso alpeggio Vasuero in a lto a sinistra si volge più decisamente verso destra (est) ed in breve viene raggiunto un evidente bivio. Andare a sinistra, in salita, passando poco a monte dell'evidente elevazione denominata Truc d'Armentera (mt. 2.147) e compiendo subito dopo una brusca cu rva verso sinistra (nord); in breve si raggiunge l'Alpe Pian del Lago (mt. 2.225). Superate le costruzioni si volge a destra aggirando una piccola asperità e raggiungendo così il Lago Vasuero (mt. 2.237; 3 h 45 minuti). Il sentiero procede verso destra (est) ag girando la riva meridionale dello specchio d'acqua per compiere poi una curva a sinistra (nord - ovest). Successivamente va affrontato un tornante verso destra e subito dopo un breve tratto pianeggiante per iniziare poi a salire con molte risvolte il pietroso pendio che culmina con il Colle del Trione (mt. 2.468; 4 h 30 minuti). Evidentissimo a nord le Levanne ed il Gruppo del Gran Paradiso mentre alle proprie spalle appare l'imponente parete nord dell'Uja di Mondrone con i suoi circa 500 metri di roccia. Las ciata dietro a se una zona ricca di pascoli si entra in un vallone, quello di Trione, che oltre ad essere ricco di pascoli è ricco di storia (era sede di antiche miniere d'oro e d'argento citate in documenti medievali), di leggende e di curiosità della natura.Il sentiero cala evidente in un piccolo vallone pietroso per poi volgere a sinistra giunti nei pressi di una grossa roccia. Dopo un breve tratto pianeggiante si giunge all'estremità superiore di un valloncello roccioso e dirupato. Si percorre in discesa questo selvaggio sito prestando cura ad alcuni passaggi, soprattutto se la roccia è viscida o se si trova ancora della neve. La discesa prosegue rapida passando tra piante di rododendri e mirtilli sino a giungere ad un bel pianoro da cui paiono evidenti i Laghi di Trione ed i vicini alpeggi. Si volge a sinistra (est) percorrendo un breve tratto in salita per poi piegare a destra, nuovamente in discesa, e raggiunge i due bei laghetti passando vicino ad un rumoroso rio che scende cristallino tra le pietre. Oltrepassati i laghi si lascia a destra il Gias dei Laghi (mt. 2.164; alla destra delle costruzioni vi è un terzo laghetto). Aggirata sulla sinistra, con marcia pianeggiante, una poco marcata asperità si arriva a quello che può essere considerato un "belveder e" sul Vallone di Trione. Di li si supera un "gradino" del vallone per giungere al Gias di Mezzo (mt. 1.961), situato in una piccola radura, per proseguire attraversando un piccolo rio su un ponte di pietre a secco. Proseguire, con marcia pianeggiante, verso est per riprendere poi a scendere passando tra una folta vegetazione di ontani e vincere cos\'ec un secondo gradino del vallone seguendo le numerose risvolte del sentiero. Si giunge all'Alpe Trione (mt. 1.649; 2 h 5 minuti dal colle) posta al margine di un ampio e verdeggiante pianoro. Il sentiero volge a destra, con marcia quasi pianeggiante, per percorrere il pianoro costellato di grossi massi. Presso la fine del piano, sulla destra, si trova un enorme macigno noto come "Pera Cagna" (Pera Cagni in patois) ment re nella parte opposta del vallone si nota la singolare figura del torrione roccioso denominato Bec Ceresin (notizie particolareggiate nel capitoletto precedente). Si prosegue per addentrarsi in un bosco di bellissimi larici per poi volgere verso destra (est) incominciando così un lungo tratto caratterizzato da numerosi saliscendi che consentono di superare alcuni valloncelli. Attraversato il lariceto (il più grande delle Valli di Lanzo, si estende infatti fin sopra a Forno Alpi Graie) si intravede in basso l' abitato di Pialpetta, meta della tappa, e di fronte si apre il Vallone di Vercellina ove passa l'itinerario della tappa successiva. I faggi sostituiscono gradualmente i larici e si scende più decisamente sino a raggiungere ed attraversare un ponticello sull a Stura. Risalita una breve stradina si raggiunge la carrozzabile nei pressi di un piccolo campo giochi, tra le borgate di Migliere e Pialpetta. Seguire verso sinistra la strada asfaltata per raggiungere in breve Pialpetta e continuare ad attraversare l'abitato fino a che sulla destra poco dopo la piazza del paese, si trova una piccola stradina asfaltata. Imboccarla e proseguire in salita per pochi metri volgendo poi nuovamente a destra quando si trova il Posto Tappa di Pialpetta (3 h 30 minuti dal colle; evidenti indicazioni). 

Tempo complessivo: 8 h circa. Dislivello salita: 1570 mt. Dislivello discesa: 1140 mt. Difficoltà: E

SENTIERO ITALIA 4° TRATTO


QUARTO TRATTO PIALPETTA-CERESOLE

Pialpetta (mt. 1.069) - Rivotti (mt. 1.450) - Lago di Vercellina (mt. 2.484) - Colle della Crocetta (mt. 2.641) - Piano dei morti (mt. 2.350) - Alpe Ciavana (mt. 2.038) - Fonti Minerali (mt. 1.501)

Ultima tappa che percorre le Valli di Lanzo; dal Colle della Crocetta infatti si entra in terra canavesana per scendere al Lago di Ceresole. Nella parte iniziale della salita si attraversano bellissimi e freschi boschi a cui si contrappongono i severi pae saggi di alta montagna che si possono godere nella seconda parte. Al Colle della Crocetta il panorama è indimenticabile: dalle cime più alte delle Valli di Lanzo (Croce Rossa, Bessanese, Ciamarella, Levanne) al Gruppo del Gran Paradiso (da Punta Fourà al Gran S. Pietro). Dal Posto Tappa si ritorna al viottolo asfaltato e si volge a destra. Lo si percorre per alcuni metri sino a che, sulla destra, non si apre un'altra stradina che va imboccata. Si passa sotto un caratteristico arco per attraversare così il vecchio borgo di Pialpetta. In breve viene incrociata la strada asfaltata che sale ai Rivotti e la si attraversa; imboccato nuovamen te il sentiero viene costeggiata la recinzione di una villa per poi toccare ancora la strada in due occasioni (pilone votivo ai piedi di un grosso masso). Raggiunta una grossa casa la si aggira sulla destra e, arrivati sul retro, si ignora il ponte di legno che attraversa il Rio Vercellina per andare a sinistra, riprendendo a salire nel bosco e raggiungendo nuovamente la strada. Andare a destra, seguendo la carrozzabile per un tornante, e poi, sempre sulla destra, si apre una "porta" nell'alto muro di cem en to che protegge la strada dalla caduta di terra e sassi; di li (evidenti bolli indicatori) riprende il sentiero che presenta molti tratti dal fondo selciato. La salita continua in un fitto bosco in cui si trova anche un grosso pilone votivo ed infine, dopo aver nuovamente toccato la strada fattasi sterrata, si raggiunge l'abitato di Airetta. Superate le case si guadagna una deviazione della carrozzabile e la si percorre verso destra, in leggera salita. Superato un tornante si giunge velocemente in un piaz za le dove sorge la "Baita di Caselle" ed una piccola statua della Madonna. Il sentiero riprende poco a monte della costruzione per inoltrarsi brevemente nel bosco e superare ancora una volta la strada nei pressi di alcune baite; si continua poi in una zona prativa in cui gli alberi si fanno più radi. Quasi improvvisamente appare la bianca chiesetta dei Rivotti (m 1450; 1 h 20 minuti); bello il contrasto tra le bianche mura dell'edificio sacro ed il verde dei prati circostanti. La chiesa, in stile barocco, pur nella sua semplicità è molto bella ed è posta in un ambiente suggestivo, ciò fa si che sia uno dei luoghi più noti (e fotografati) delle Valli di Lanzo. Un sentierino risale il prato e tosto porta a raggiungere la carrozzabile. Al bivio andare a destra, in salita, ignorando la deviazione che conduce alle case della borgata site in solatia posizione (da qui appare evidentissima la Ciamarella). Al successivo tornante si lascia la strada per proseguire diritto ed imboccare il sentiero che conduce alle Case Crest; passando tra le case si sale a sinistra per arrivare nuovamente alla sterrata. Si va a destra per fare poche decine di metri e ritrovare il sentiero che sale ancora sinistra ed attraversa una piccola macchia d'alberi e un prato. Attraversata per l'ul tima volta la carrareccia si transita vicino ad una stalla e, appena superata la costruzione, si volge a sinistra per percorrere un breve tratto tra i prati e riprendere poi verso destra con andamento regolare. Bisogna dirigere verso gli edifici dell'Alpe Invers (mt.1.647) senza raggiungerli ma superandoli passando loro poco a monte. Si entra così nel Vallone di Vercellina vero e proprio, già conosciuto ed abitato fin da epoche remote; un tempo vi erano miniere di ferro e d'argento ed è interessante notare l'elevato numero di alpeggi nonostante la zona non offra ampissime zone pascolive, ciò denota una presenza umana massiccia e molto attiva. Il sentiero si fa più evidente ed entra in un lariceto superandolo con numerose risvolte per poi iniziare a percorrere u n lungo tratto che taglia le pendici della destra idrografica del vallone (abbondanza di piante di rododendri e mirtilli). Sul fondo del vallone appare evidente il rumoroso rio ed alcuni alpeggi mentre nella parte alta si notano diversi salti di roccia su i quali il corso d'acqua forma alcune belle cascatelle. Immersi in questo idilliaco ambiente si raggiunge, senza particolari difficoltà , il Gias di Mezzo (mt.2.092; 3 h 15 minuti). Si passa tra le costruzioni volgendo verso destra e dirigendo, con marcia pian aggiante, al centro del vallone (durante il percorso si trova, sulla sinistra, una sorgente). Superato un ramo del Rio Vercellina si va nuovamente a sinistra per riprendere a salire e raggiungere un alpeggio ormai inutilizzato e poco dopo il Gias Nuovo (mt. 2.322); nei pressi si attraversa un altro ramo del Rio portandosi definitivamente sulla sinistra idrografica. La marcia prosegue passando ai piedi di una bastionata rocciosa per giungere infine al Lago di Vercellina (mt. 2.484; 4 h 35 minuti); si tratta di u n azzurro specchio d'acqua di ridotte dimensioni che si presenta racchiuso tra grosse e curiose rocce affioranti dal terreno. Ci si trova ora in un ampio piano posto poco sotto al Colle della Crocetta. \par Il sentiero, con marcia pianeggiante, aggira il lago sulla destra per poi volgere gradualmente verso sinistra quando si riprende a salire; la marcia \'e8 poco faticosa e si ha costantemente sotto di se lo specchio d'acqua. Con pochi tornanti conclusivi si guadagna l'importante Colle della Crocetta (mt. 2.641; 5 h). Il toponimo è dovuto alla croce metallica poggiata su un cumulo di pietre che si trova presso il punto di valico; il colle era un tempo molto importante e frequentato, non sempre, purtroppo, per scopi pacifici. Il Pian dei Morti, che si trova poco sotto al colle, sul versante canavesano, ricorda infatti una violenta e mortale zuffa tra gli abitanti dell'alta Val Grande di Lanzo da una parte e dell'alta Valle dell' Orco dall'altra. Il colle fu anche al centro di violenti scontri tra partigiani e nazifascist i durante la II Guerra Mondiale. Come detto nelle note introduttive si gode di un panorama eccezionale. Incomincia la discesa, con molte risvolte, in un valloncello raggiungendo il Pian dei Morti (mt. 2.350; dal colle fino a qui è possibile trovare neve fino a giugno inoltrato). Attraversata una zona di sfasciumi si arriva all'Alpe Fumanova (mt. 2.223), di lì a sinistra toccando così l'Alpe Ciavana (m 2038) e la vicina Alpe La Balma (mt. 1.922). Si entra poi nella bellissima foresta di Crousionay, si supera un rio e lo si costeggia per un tratto sbucando cos\'ec in riva al lago di Ceresole, nei pressi di Villa Poma. Seguire una stradina verso destra, dirigendo verso la diga e scendendo a valle di essa arrivando alle Fonti Minerali dove, nei pressi si trova il posto tappa (2 h 30 minuti dal Colle della Crocetta). Da Ceresole in poi il Sentiero Italia si biforca; una traccia scende a Noasca seguendo il tracciato GTA mentre una seconda sale al Nivolet per raccordarsi con le Alte Vie della Valle d'Aosta. 

Tempo Complessivo: 7 h 30 minuti. Dislivello salita: 1570 mt . Dislivello discesa: 1140 mt. Difficoltà: E


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