Scialpinismo |
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Truc Blanc 3405 m - Becca di Giasson 3215 m |
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Info gita | |
Partenza: | Strada sulla sx idrografica del Lago di Beauregard, a circa 1875 m di quota |
Tempo di salita: | 3 h 00 m - 4 h il 1° giorno, 3 h 30 m + 30 m + 1h 20 m il secondo |
Dislivello: | 2165 - 2200 m |
Difficoltà: | BS(A) (a volte necessarie corda, picozza, ramponi) |
Esposizione | O poi N-NO |
Periodo: | aprile - maggio |
Punto d'appoggio: | Rifugio Mario Bezzi 2284 m |
31 marzo e 1° aprile 2002 | |
La Valgrisenche, detta amichevolmente "valgrisa" dagli scialpinisti, è insieme alla contigua Val di Rhemes un piccolo "eldorado" per questa attività. Stretta ed incassata nella sua prima parte, si allarga in un fantastico terreno di gioco nella parte superiore, presentando numerosissime super-classiche, come il facile Arp Vieille (da Bonne, MS), o i più impegnativi Ormelune e Punta di Rabuigne. Nella zona del rifugio Bezzi il terreno si fà ancora più interessante: da questo punto d'appoggio partono alcune delle più belle e famose gite della valle d'Aosta, come la Becca della Traversiere (BS), la Grande Traversiere (BSA), fino alla gita d'elite alla Grande Sassiere (OSA). Il Truc Blanc, unito alla Becca di Giasson è sicuramente una delle più frequentate di tutta la Vallèe, per la lunghezza e la bellezza della discesa. E' ovviamente necessario un innevamento sicuro, in particolare sul ghiacciaio di Giasson. | |
Questa è una gran gita: lunga, molto lunga, a tratti la si potrà trovare eterna, ma è una di quelle che ricorderete per un bel pezzo. Saliamo al rifugio Bezzi partendo dalla strada asfaltata che passa alta sulla sx idrografica del lago, appena comincia la neve, a circa 1875 m di quota. Attraversando alcune slavine a grandi e scomodi blocchi, percorriamo tutta questa panoramica strada, fino al suo punto più alto sul lago, il belvedere, a 1943 m. Da qui, ahimè, ci tocca calare sul fondovalle, fino a Surier 1758 m, bella frazione abbandonata dopo la creazione del bacino artificiale di Beauregard. Il vallone del M.Forciaz e il ghiacciaio di Giasson, visti dalla partenza. Le belle case valdostane di Surier. Ci dedichiamo al pranzo, poi è la volta di muoversi nel lungo vallone, attraversando molte slavine di grandi blocchi, nel silenzio quasi totale, sotto un sole cocente. Il percorso è elementare, ma eterno. Verso i 2000 m il terreno si fa più ripido e il vallone si restringe, quando si arriva in vista della bandiera del rifugio manca poco, ancora un paio di ripide rampe ed eccoci al Bezzi, a 2284 m, posto in una splendida conca, circondata da pendii ottimamente innevati. Il lungo vallone è quasi finito, ora comincia l'ultima rampa che porta al rifugio. Il sole sta tramontando, l'aria si rinfresca notevolmente, ma nonostante questo, nel caldo locale del rifugio, ci concediamo un'Heineken fresca, per dissetarci a dovere. La cena di Pasqua in rifugio è "ottima und abbondante", e prepara le riserve per la sgambata del giorno dopo. Il rifugio Mario Bezzi al Vaudet, con sullos fondo i bei pendii che salgono al lago di San Martino. Si parte dal rifugio nel primo mattino, superando il primo, ripido pendio che si presenta bello ghiacciato e obbliga all'uso dei coltelli. Lo si supera con un po di fatica e usciamo al sole sui pendii che conducono al lago di San martino, indistinguibile sotto la neve. La splendida Grande Sassiere, vista salendo al lago di San Martino. Il Truc Blanc è ben visibile, la direzione di salita è dritta davanti a noi. Con marcia pianeggiante e riposante si percorrono così i dolci dossi che circondano il lago, fino ad arrivare alla base del colletto che rappresenta il passaggio ai pendii terminali. Controluce sui dossi nei pressi del Lago di San Martino: sullos fondo il Truc Blanc. Alla nostra destra si alza la bella punta Bassac Nord, con alla base una bella cornice. Quando si arriva al colletto, a 3229 m la vista si allarga verso il gruppo Galisia-Basei e la Val di Rhemes. Stagliati contro il blu del cielo, sul pendio finale del Truc Blanc. Volgendo a destra si risalgono gli ultimi, sostenuti pendii, fino ad arrivare ad un tratto pianeggiante, e in breve alla vetta, 3405 m, circa 3 h 30' - 4 h dal rifugio. Il panorama circolare è, ovviamente stupendo, su gran parte del gruppo e delle valli del Gran Paradiso. Una breve pausa, poi è ora di scendere, visto che la strada è ancora lunga. Le prime curve sul ghiacciaio del Truc Blanc, sui suoi ripidi pendii, su neve trasformata, sono splendide, fino al colletto. Un po di neve ventata nel canale, e poi ci si abbassa cercando di non perdere troppa quota, ma conviene con divertenti curve calare sul ghiacciaio di San Martino fino a circa 2950 m. E qui una delle parti più dure: rimettiamo le pelli, e ricominciamo a salire, sotto il sole rovente che pare di essere in una sauna, verso il colle Giasson 3154 m, che raggiungiamo in una mezz'oretta. Lasciamo gli zaini e in dieci minuti dieci superiamo gli ultimi 61 m di dislivello per toccare la vetta della Becca di Giasson 3215 m. La faticosa risalita, in "ordine sparso", verso il colle di Giasson. Finalmente togliamo le pelli, e in due minuti siamo al colle, recuperiamo gli zaini, concentriamo le energie e siamo pronti. La discesa dal colle sul Ghiacciaio di Giasson è qualcosa di indescrivibile, unica, splendida. La neve leggermente ventata e prevalentemente farinosa assicura un divertimento irripetibile, su pendii ad inclinazione regolare. Si scende così lungo il ghiacciaio, fino ad arrivare alla sua lingua terminale, intorno ai 2600 m. La parte bassa del vallone del M.Forciaz, intorno ai 2300 m. Superatala si scende in un canale e quindi su aperti pendii, ora di neve perfettamente trasformata, nel vallone del M.Forciaz. Si raggiunge così una strada nei pressi dell'Alpe […] e la si percorre per un po, per poi tagliare i tornanti seguendo altre tracce di discesa, con una divertentissima discesa nel bosco di larici, a tratti ripido, ma su neve perfettamente primaverile, quella marcetta di 5-6 cm, arrivando decisamente elettrizzati sulla strada nei pressi di Useleres 1785 m. la giornata è sempre splendida, il sole caldo, e finalmente, alle 15:15, ci spetta il pranzo, nel silenzio della valle rotto solo dal rumore della Dora di Valgrisenche.L'ultima parte della gita è la più dura: sci nello zaino si scende in dieci minuti a Surier, e quindi ci incammina stancamente su per i tornanti della strada percorsa il giorno precedente, con un'unica breve sosta su di un prato secco e libero dalla neve per dissetarci. Un "uomo distrutto": sci a spalle, l'eterna risalita al Belvedere, ultima fatica della giornata. In più di un'ora superiamo anche quest'ultima salita e rimessi gli sci giusto per scivolare ancora un po, in dieci minuti, attraversando le scomode slavine, dal belvedere arriviamo, stanchi, cotti e assetati alle macchine. A coronamento della gita ci concediamo una birra fresca a Valgrisenche, e poi è "tempo per noi di tornare a casa". Nel complesso, anche se lunga e di impegno fisico non trascurabile, è una gita consigliabilissima e che si troverà indimenticabile, in particolare la spettacolare ed entusiasmante discesa del ghiacciaio di Giasson.
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