Scialpinismo |
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Colle della Rosa dei Banchi 2957 m |
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Info gita | |
Partenza: | carrozzabile Grand Mont Blanc - Dondena tra 1650 e 1750 m |
Tempo di salita: | 4 h 30 ' - 5 h 30 ' |
Dislivello: | 1350 - 1250 m |
Difficoltà: | MS |
Esposizione | S, SE poi NE |
Periodo: | aprile - maggio (inizi di giugno partendo da Dondena) |
14 aprile 2001 | |
La conca di Dondena è un vero spettacolo: un susseguirsi di dossi e vallette che d'inverno, quando sono ricoperte dal manto bianco, lasciano a bocca aperta. Qui, nella parte alta della valle di Champorcher ci sono moltissime possibilità per lo scialpinismo, a partire dalle classiche come la Torre Ponton o la Finestra di Champorcher. Anche la Rosa dei Banchi è una gita molto frequentata: ma la cresta che sale dal colle della Rosa è a volte al limite della praticabilità, e richiede comunque l'uso di corda, piccozza e ramponi. La salita fino al colle si svolge in un bell'ambiente, toccando il famoso lago Miserin e scendendo poi nel valone del torrente dei Banchi, per tornare a Dondena. Partire da Grand Mont Blanc fa sì che la gita diventi lunghissima, soprattutto al ritorno, quando bisogna percorrere l'interminabile carrozzabile che ad aprile è spesso priva di neve per lunghi tratti. | |
L'assaggino di primavera di metà marzo sembra andato a farsi benedire: oggi è il 14 aprile e una massiccia irruzione di aria fredda dall'est europeo ha fatto subire alla temperatura un crollo verticale. Nonostante in pianura stia piovendo (e nevicando fino ai 400 mt) partiamo lo stesso e , percorrendo al Torino-Aosta si scopre che oltre la strettoia di Bard fa bello! Prime curve dal Colle della Rosa dei Banchi. Saliamo fino a Champorcher e seguiamo la strada fino alla frazione Grand Mont Blanc, dove poco oltre la strada diventa sterrata. La si percorre fin dove possibile: a fine stagione è possibile raggiungere Dondena anche se il fondo stradale è piuttosto sconnesso. La pianura è piena di nubi, mentre qui splende il sole ma fa molto freddo. Percorriamo la strada fino a toccare la neve dopo quasi 45 minuti. seguendo sempre il tracciato della carrozzabile fino a Dondena. La salita prosegue lasciandosi sulla sinistra il bei dossi che conducono al Monte Rasciàs, per raggiungere il Lago Miserin 2578 mt con il Santuario della Madonna della Neve e il rifugio omonimo. La temperatura è sempre molto fredda e sulle creste soffia un forte vento da N-E, che solleva la neve ancora polverosa in bianchi pennacchi. Nonostante siano già le 11,30 decido di proseguire in solitaria per dirigermi verso il colle della Balma. Aggiro il lago passando per i dossi sulla sua destra, con qualche traverso e anche qualche saliscendi, prendendo poi il dosso che sale alla rocciosa punta dell'Asgelas 3021 mt, tra il Colle della Rosa e quello della Balma, che si trova a destra, prima della bella Cima di Peradzà, al culmine di un profondo solco. La neve è farinosa, siamo a oltre 2800 mt, e i pendii che portano al colle della Balma appaiono alquanto carichi: decido quindi di ripiegare sul colle della Rosa dei Banchi, dove c'è gente. Un traverso poco simpatico del ripido pendio nord della Punta dell'Asgelas ed eccomi sotto il canalino che porta al colle, al termine del Ghiacciaio dei Banchi. Lasciati gli sci, l'ultimo tratto di salita conviene farlo a piedi, uscendo sul colle battuto in questa giornata tipicamente invernale da un fortissimo vento. Tutta la val Soana è piena di nubi, dalla cresta nord della Rosa dei Banchi si alzano nuvole di neve polverosa: siamo a 2957 mt, la temperatura è intorno ai 10 gradi sottozero: non male, per essere a Pasqua! Dal colle verso la Rosa dei Banchi: pennacchi di neve polverosa si perdono nell'azzurro del cielo. La discsesa ho intenzione di farla per il ghiacciaio dei Banchi, ritornando a Dondena nei pressi del rifugio omonimo: e così i primi 400 mt di discesa sono uno spasso nella neve farinosa, fino a circa 2500 mt. Poi cominciano i miei guai: un attacco che mi fa girare le scatole, una scivolata sulla neve dura e la nausea che mi assale, e in più arriva anche la nebbia. ecco, questo posto con la nebbia è abbastanza impestato: bisogna ricordarsi di non scendere troppo in basso, e di mantenersi alti sulla sinistra, contornando il monte Dondena: così si arriva ad una dorsale al di sopra del rifugio hotel: da qui, il resto è ormai facile, scendendo al ponte sul torrente e riprendendo al carrozzabile. La galaverna sui larici sopra Grand Mont Blanc: è il 14 aprile 2001. Non per me in quella giornata, che arrivavo alla macchina alquanto pesto, e nel gelo totale: le nebbie che salivano dalla valle, a causa della temperatura polare ( -3° a 1800 mt alle ore 17:00), avevano lasciato sui larici un sottile strato di galaverna, che dava al bosco un aspetto davvero magico ed insolito per la stagione.
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