Scialpinismo |
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Ciarm del Prete 2390 m |
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Info gita | |
Partenza: | Strada dell'Alpe Bianca, tra Tornetti 1180 m e 1300 m |
Tempo di salita: | 3 h - 4 h |
Dislivello: | 1090 - 1210 m |
Difficoltà: | BS |
Esposizione | E, SE |
Periodo: | dicembre - aprile |
17 marzo 2002 | |
Ecco un'altra super-classica delle valli di Lanzo, nell'aperta e solatia conca dei Tornetti di Viù, purtroppo deturpata non tanto dai due rachitici ski-lift, ma dall'orrendo scheletro di cemento e mattoni, rimasto incompiuto, relitto di una qualche infausta operazione di investimento di qualche imprenditore ligure negli anni ottanta, una di quelle storie all'italiana decisamente poco chiara. La zona tuttavia si presta motlo allo scialpinismo: i pendii ad inclinazione moderata e l'esposizione a sud-est permetteno di effettuare bell gite su neve trasformata molto presto nella stagione. Il Ciarm del Prete con i suoi 2390 m è la cima più alta della conca, ed è certamente la più consigliabile. Necessita ovviamente di innevamento più che sicuro, specie nella parte finale. | |
La strada che dalla frazione Tornetti sale all'Alpe Bianca sembra uscita da un bombardamento a tappeto: è asfaltata, ma vi sono delle buche nelle quali ci si potrebbe creare un bacino idroelettrico artificiale… Normalmente la strada viene aperta fino ai 1290-1300 m di quota, nei pressi di un tornante in un boschetto di verdi conifere. Quando arrivo io non c'è nessuno in giro, solo il cane di un pastore. Sci a spalle mi incammino per la strada, fin quando è chiara la via da prendere. Calzati gli sci ci si alza direttamente per i pendii in direzione del nuovo fabbricato dell'Alpe Bianca 1450 m, che si raggiunge in una ventina di minuti. L'aria del mattino di questo 16 marzo non è eccessivamente fredda, ma la neve è comunque portante. Mi dirigo verso ovest, andando a collegarmi sulla strada che porta al lontano colle Pian Fum. Tracce solitarie perse nella nebbia. Dopo in lungo traverso alla base del monte Ciarm, in leggera discesa, la strada aggira la Rocca dell'Alpe. Nei pressi di questa, siamo a circa 1650 m, si abbandona l'interpoderale e si comincia a salire per il pendio, intuendo il tracciato del sentiero estivo. Si oltrepassa la Rocca dell'Alpe e si entra nel bacino superiore, caratterizzato da dei bei pendii. La neve di metà settimana è ancora farinosa, ma sono quei 5-6 cm che creano uno zoccolo spaventoso sulle pelli. Poco sopra la Rocca dell'Alpe, giochi di luce nella foschia. Il percorso continua su dossi e vallette, portandosi con una rampa un po più ripida al Passo Veilet 2113 m, aperto sul solco principale della valle di Viù. Si volge a destra risalendo la dorsale con la pendenza che si fa via via più vivace, e la salita più faticosa. Verso la vetta, la dorsale di fa affilata,e conviene appoggiare sul versante est. Negli ultimi metri, per via delle numerose pietre affioranti, son costretto ad effettuare un traverso (è necessaria neve sicura) sul versante est, per poi riprendere la dorsale nord e giungere così al pilone della vetta. Il panorama è oggi limitato dall'intensa attività cumuliforme in atto. Formazione di cumuli sulle pendici del Monte Ciarm, e il vallone di salita dalla vetta. Quindi in pochi minuti son pronto a scendere. I 5-10 cm di farina pesante per i primi 600 m assicurano una discesa spettacolare nonostante la visibilità limitata. Poi una neve splendidamente trasformata continua lo splendido ritorno, fino agli ultimi metri su prati e neve sempre più marcia, in soli 40 minuti dalla vetta. Ed è così che in sole 6 ore sono di nuovo a casa per pranzo: sveglia alle 6.15, partenza da casa alle 6:45, sci ai piedi alle 7:45, vetta alle 10:30, inizio discesa alle 10:50, alla macchina alle 11.30 e a casa alle 12.30, dove mi aspettava un bel piatto di pasta, degno coronamento di una gita scialpinistica breve ma intensa…
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