Becca Trecarè 3033 m - Punta Falinere 2762 m - Cima Fontanafredda 2520 m. |
La conca di Cheneil in autunno diventa un angolo di rara poesia.
Solitaria, solare, variopinta. L'escursione che propongo qui è lunga
ed impegnativa, ma se affrontata col giusto spirito e con una
giornata limpida come solo si trovano in autunno, la si troverà
indimenticabile. I tratti più impegnativi sono la salita alla Becca
Trecarè, per la cresta ripida e un po aerea verso la fine e la
salita alla Punta Falinere, da affrontare se la cresta è libera di
neve. Qui è necessario fare molta attenzione per la ripidezza del
terreno, ed è quasi d'obbligo l'uso delle mani.
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24 ottobre 2004. Siamo alle solite. L'anticiclone si è impadronito del Mediterraneo. E non si schioda di qui. Le giornate si susseguono splendide. Anche oggi, qui in quota è una giornata che promette bene. Il parcheggio di Cheneil è deserto. Del resto è abbastanza presto, e siamo quasi alla fine di ottobre. Saluto i miei e mi incammino, nell'ombra e nella brina, per il bel sentiero. Mi inoltro nel bosco di larici, nessuno davanti a me, nessuno dietro. Sono solo. L'aria è frizzante, ma non troppo.
A destra: il primo incontro con il Cervino, appena sopra Cheneil. Al centro: Il Cervino sparisce alla vista dietro le propaggini della Becca d'Aran. A destra: Le Grandes Murailles ed il Cervino.
A destra: salendo al Colle Croux, vista verso il Monte Roisetta 3334 m. Al centro: la costiera della Punta Fontanella, Punta Tzan, Mont Rouge, Chateau des Dames. A destra: il versante di Chamois visto dal colle Croux (o des Fontaines). Camminare col sole radente mi infastidisce, ma il suo tepore comincia a scaldarmi il viso. Rientro in ombra, un pianoro, l'ultima rampa, la prima neve gelata d'autunno, ed eccomi al sole pieno. Sono a 2697m, 24 di ottobre, il sole è rovente. Mi abbiglio in tenuta estiva, faccio una pausa. Non c'è nessuno. Mi giro a guardare il percorso di salita. Scorgo delle sagome dietro di me. Qualcuno c'è - penso -ma so che lassù sarò solo. Solo le onde della mia radio mi legano con qualcuno, con la mia famiglia. Per il resto sono solo, solo io posso farmi compagnia.
A destra: la cresta nord est della Punta Falinere vista dal colle Croux. Al centro: Il Cervino appare dietro la Becca d'Aran. A destra: scendendo dal Colle Croux, uno sguardo indietro. La valle centrale di Aosta è avvolta nella foschia. La cresta di qua prosegue verso la Punta Falinere. Di là sale alla mia Becca Trecarè. E1 l'obiettivo della giornata. Fa davvero caldo. Quasi mi spiace ripartire. Scendo per un bellissimo sentiero a mezzacosta. Il deserto intorno a me mi invoglia a fermarmi, osservare, meditare, dormire. Ma proseguo, in leggera discesa, respirando l'odore di quest'erba secca, della roccia, della terra. Ascoltando le ultime cavallette frinire tra i ciuffi di olina color d'oro.
A destra: fioriture autunnali? Al centro: un sentiero verso il cielo. A destra: giochi di acqua, ghiaccio e luce nel vallone che porta al col di Nana.
A destra: tre immagini del gruppo del Monte Rosa visto dal col di Nana. Al centro: dal col di Nana verso il Gran Paradiso. A destra: la cresta di salita alla Becca Trecare, Da restare senza parole. Tracce nella neve si
perdono in discesa sul versante opposto del valico. La dirupata
cresta del bec di Nana incombe alla mia destra. Sulla sinistra
invece si intuisce la traccia che porta alla Trecarè.
A destra: la cresta nord est per la salita alla Trecarè. Al centro: dal col di Nana, le prime nevicate autunnali. A destra: due zoomate sul Rosa: dal Breithorn orientale al Lyskamm e da questo alla Giordani. La mole del Petit Tournalin nasconde ormai tutto il Rosa. Attraverso una conca pietrosa, sfasciumi, rocce, sassi, terriccio, neve. Arrivo sulla cresta nord-est. Mi affaccio. Il versante opposto, innevato di fresco, precipita verticalmente sulla conca di Cheneil, riappare la Roisetta, la Becca d'Aran, il Cervino. Un attimo per riprendere fiato, e ricomincio il cammino, salendo la cresta. Ne percorro il filo fedelmente, rimanendo a lungo sospeso tra l'autunno e l'inverno, guardando l'uno e l'altro versante, voglendo lo sguardo verso la valle avvolta nelle brume autunnali, e verso le nobili rocce della Piramide Perfetta. E silenzio, sempre silenzio.
A destra: ultimo tratto della cresta. Al centro: vista verso la valle centrale. A destra: la croce di vetta è ormai a portata di mano. Ci siamo quasi. Gli ultimi passi, le ultime roccette, sono in vetta. Ovviamente solo. Non si vede anima viva per chilometri. Un palo in legno al quale è legata una maglietta della pace. Questa è la vetta. Ciò che vedo coi miei occhi non è descrivibile a parole. E nemmeno con le foto. Ciò che vedo, e che sento, rimane impresso nella mia mente. Incredibile. Sono a 3033 metri di quota, 24 ottobre, in pantaloncini e t-shirt. Voglio portare a casa la maggior parte di ciò che vedo coi miei occhi. Scatto foto per 20 minuti.
A destra: le pendici del Bec di Nana e in lontananza le Dame di Challand. Al centro: la croce di vetta, con dietro il massiccio del Monte Rosa. A destra: il Gran Paradiso si erge dalle foschie e dalle brume della valle centrale di Aosta.
A destra: la cresta nord est della Falinere vista dalla Becca Trecarè. Al centro: La Gran Becca, particolare. A destra: vista sulla valle d'Ayas. Ma una foto non renderà mai quanto vedere questi
spettacoli dal vivo. E soprattutto, nella foto, non si potrà mai
inserire il silenzio che sento in questo momento, e gli odori
d'autunno che sto respirando. Le montagne emanano un qualcosa di
estremamente poetico, con il loro aspetto, con i loro versanti color
ruggine, chiazzati dalla prima, leggera, bianchissima neve.
A destra: autoscatto di vetta. Al centro:altra immagine verso le Grandes Murailles ed il Cervino. A destra: ancora il Monte Rosa.
A destra: le foschie nel fondovalle aumentano di spessore. Al centro: il dirupato versante che da sulla conca di Cheneil. In lontananza il Lago di Cignana. A destra: uno sguardo verso l'itinerario di ritorno.
A destra: uno sguardo al vertiginoso versante nord. Al centro: effetto seppia sulla Gran Becca (1600 x 1200 pixel) A destra: ancora foschie autunnali sul versante di Chamois.
A destra: formazioni calcaree sulle pendici della Becca d'Aran. A destra: controluce sulla prima neve autunnale.
A destra: scendendo dal col di Nana. Al centro: aquitrini e colori autunnali. A destra: particolare della cresta nord est della Falinere (1600 x 1200 pixel) Una pausa, uno sguardo intorno. Nessuno. Attacco la cresta. Prima facile, anche se rocciosa. Proseguo, mi sposto sul versante di Chamois, i pendii erbosi sono ripidissimi. Cerco la va migliore. La trovo. Tracce, terriccio, erba, roccette. Un attimo di pausa. Riprendo fiato. Un ultimo sforzo, le ultime roccette, una facile arrampicata, sono in vetta. Sono le tre del pomeriggio passate. Rivedo la mia Trecarè laggiù, verso nord-est. Ne ho fatta di strada oggi.
A destra: ultimi metri di cresta sulla Punta Falinere (1600 x 1200 pixel). Al centro: la croce di vetta (1600 x 1200 pixel) A destra: autoscatto sulla Punta Falinere.
A destra: l'intera cresta dalla Falinere scende al Colle Croux, risale alla Becca Trecarè, scende poi al col di Nana e risale al Bec di Nana. Al centro: la cresta che scende verso sud ovest alla Cima Fontanafredda. A destra: fioriture autunnali.. Sono quasi le 16. Decido di completare la cavalcata. Risalgo alla punta Fontanafredda, 2512 m. Foschia, tutta la valle d'Aosta è immersa in una foschia che si taglia con un coltello. I controluce verso il Mont Emilius regalano giochi luminosi indescrivibili. Ed è qui che scambio due parole con le uniche due persone che praticamente ho incontrato in tutto il giorno. Due parole, un saluto, ed ognuno ritorna per la loro strada. Siamo gente strana, noi che andiamo per montagne.
A destra: la cresta sud ovest della Punta Falinere appena scesa. Al centro: il santuario di Clavalitè. A destra: due scatti controluce tardo pomeridiani sulla Cima Fontanafredda.
A destra: l'intero percorso dalla Becca Trecarè, passando per la Falinere, visto dalla Cima Fontanafredda. Al centro: ancora uno zoom sul Cervino. A destra: ultimi due controluce sulle brume autunnali della bassa valle.
Carrellata di immagini sui colori d'autunno immortalate nel rientro a Cheneil, nel tardo pomeriggio.
Particolari di vecchie baite a Cheneil, nella luce del pomeriggio.
A destra: colori autunnali di un larice. Al centro: il Cervini mi saluta per l'ultima volta, nascondendosi dietro i larici dorati. A destra: un ultimo sguardo alla conca di Cheneil.
Ed eccomi alla fine dell'avventura: oggi sono pieno di vita. Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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