Punta Tersiva 3512. |
La via normale alla Punta Tersiva, dal vallone del Grauson ha un sapore d’altri tempi. E’ un gita lunga, ma escluso l’ultimo tratto, direi poco faticosa. E’ possibile farla in giornata, da Gimillan. Ma è decisamente consigliabile pernottare nel bellissimo vallone del Grauson. Dalle Alpi Ervilleres in su è tutto buono, i pascoli sono bellissimi e di norma ricchi di acqua, e l’aria della sera, in questo vallone solitario, riempie davvero l’animo.
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19 e 20 luglio 2003. La nostra spedizione valdo-piemontese inizia da Gimillan alle 16 del pomeriggio. Io, Elena e Silvia ci inerpichiamo sotto il peso di uno zaino immane per il sentiero n° 8, per i prati di Gimillan. Lasciamo a destra l’antico villaggetto di Tarrabouc, distrutto da una valanga, e continuiamo con un mezzacosta sul boscoso versante, mentre sul lato opposto appaiono chiaramente i resti del filone Larsinaz, facente parte delle gloriose miniere di magnetite di Cogne, sulle pendici del Monte Creya. Il sentiero scende fino al ponte di Ecloseur, per poi ricominciare a salire, regalando ottimi scorci sulla parte iniziale del vallone. Diventa visibile, davanti a noi, sulla sinistra la bella cascata dell’Alpe Pila.
A sinistra: la parte bassa del vallone, tra Ecloseur e Pila. Al centro: la parte più bella ed ampia del vallone, appena prima di Pralognan. A destra: ecco la Tersiva al fondo dell'arido vallone. Il sentiero, sempre ben tracciato e poco faticoso, risale con alcune svolte un pendio più ripido, superando la gola dove scorre il torrente Grauson. Un tratto su pascoli, ed entriamo in un pittoresco bosco di larici, dove il sentiero corre praticamente pianeggiante e come sospeso sulla profonda forra. Se non ci fossero le piante farebbe una certa impressione. Si esce allo scoperto, attraversando una piccola frana, e in breve arriviamo alla croce posta su un dosso a poca distanza dalle Alpi Grauson Vecchie 2271 m. E’ il tardo meriggio, siamo notevolmente accaldati, ed è d’uopo una sosta ristoratrice nei pressi dell’ottima sorgente. L’acqua gelida ci ridà forza e coraggio… Si riprende poi a salire, sempre seguendo il sentiero principale, che attraversa il torrente, e poco dopo giunge ad un bivio. Noi prendiamo la via di destra, che, in breve tempo, porta all’Alpe Pralognan 2418 m, con percorso in poca pendenza, tra le stelle alpine, qua molto numerose. Il Vallone del Grauson ora appare in quasi tutta la sua bellezza, con laggiù, lontana e possente, la bella piramide della nostra Tersiva. Sono visibili anche i fabbricati dell’Alpe Ervillieres. In circa 30-40 minuti dall’Alpe Pralognan, nel sole del pomeriggio, arriviamo all’Alpe Ervillieres 2519 m, con la loro fontana ormai asciutta. Attraversiamo un rigagnolo, e in una bella conchetta ci fermeremo per montare il campo base.
A sinistra: controluce verso il Gran Nomenon, nel tardo meriggio. A destra: il sole tramonta dietro al Monte Grauson. Inutile descrivere il tramonto del sole sul Monte Grauson, gli ultimi raggi di sole che imbiondiscono i pascoli sottostanti la Pène Blanche, l’alto vallone del Grauson…non fa nemmeno freddo, si sta bene, solo qualhe refolo d’aria ti ricorda che sei a 2500 m. Non c’è anima viva in giro, in questo vallone ci siamo solo noi. Si accendono le prime stelle, ed è ora di andare a nanna. Il mattino dopo ecco la sveglia, ed ecco anche il gruppo dei gregari, i nostri quattro amici partiti prima dell’alba da Gimillan, che ci seguiranno nella salita alla Tersiva. Ci incamminiamo lungo il sentiero principale, che conduce al lontano Passo d’Invergnaux, fino a quando sulla nostra sinistra appare una bella cascata. Si stacca una traccia abbastanza ben battuta, ma se si è distratti la si manca….Il sentierino risale il pendio erboso e porta nella verde cona dell’ex-lago terminale del Ghiacciaio del Tessonet. Di qui in poi la traccia tende a perdersi, ma molto ometti segnano il percorso migliore da seguire nel successivo deserto di detriti e genepì, fino a morire contro la morena frontale.
A sinistra: la morena frontale del ghiacciaio, al primo mattino. Al centro: il sole picchia già forte sul Ghiacciaio del Tessonet. A destra: controluce sul ghiacciaio. Calzati i ramponi cominciamo a salire sul ghiaccio vivo, puntando al centro della ghiacciaio. I crepacci sono generalmente ben visibili, ad inizio stagione però, quando la neve ricopre ancora il ghiacciaio, è meglio legarsi… Si piega poi a sinistra, puntando alla base del pendio-canale che scende dal Colletto della Tersiva, scavalcando un grosso crepaccio. Una traccia ben battuta, ma cedevole e faticosa, risale con diverse serpentine il pendio di detriti. In questo tratto procediamo compatti, per evitare di lapidarci a vicenda, visto che ad ogni passo muoviamo tonnellate di clapeys…Sbuffando un poco arriviamo al cosiddetto Colletto della Tersiva, dove sia allarga la vista sulla Val Clavalitè, nonostante le nebbie di calore che ormai assediano la nostra vetta. Percorriamo quindi la cresta nord-ovest senza problemi, essendo libera dalla neve, presente sul lato est della larga cresta, salendo per un sentierino sempre ben marcato, finchè ci appare…la Madonna!! Quella di vetta ovviamente…eccoci in cima alla Punta Tersiva, a 3512 m sul livello del mare. Purtroppo il panorama verso la valle centrale è un po’ limitato a causa delle nebbie, ma sui valloni di Grauson e Urtier si vede parecchio. Le nebbie ci convincono a lasciare presto la vetta, fa freddino, e quindi ci precipitiamo seguendo a ritroso la via di salita.
A sinistra: la fine del ghiacciao e l'imbocco del faticoso canale che porta al Colletto Tessonet. A destra: dalla vetta, l'unico scorcio del panorama, sulla Val Clavalitè. La discesa dal colletto è "veloce und rapida", nonostante venga giù con noi anche mezza montagna…e poi di nuovo il ghiacciaio, sul quale ormai scorrono dei torrentelli di fusione, la morena, ed ecco finalmente i prati, dove ci concediamo il pranzetto. La Tersiva è ormai alle nostre spalle, ora libera dalle nebbie, e davanti a noi la lunga via verso Gimillan. Il sole si fa sentire, più si scende di quota e più fa caldo, e più le gambe e la schiena danno segni di cedimento…ma nel tardo pomeriggio arriviamo a Gimillan, e la prima cosa che faccio è mettere la testa sotto la fontana, è il modo migliore per abbassare la temperatura.
A sinistra: la discesa dal colletto Tessonet, quasi di corsa sui clapeys. Al centro: il sole fa scempio del ghiacciaio. A destra: luce polarizzata sulla fronte del Ghiacciaio del Tessonet. Anche la Tersiva è andata, è ormai nell’album dei ricordi, di quelli indimenticabili, tra i grandi spazi del Grauson, i suoi pascoli, i suoi torrenti, i suoi colori. Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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