Punta Fourà 3411 m.


La salita alla vera vetta della Punta Fourà presenta passaggi su roccia fino al III°, anche in discesa, molto esposti. E' indispensabile la corda. Fino all'anticima invece l'ascensione non presenta grandi difficoltà, salvo in casi di forte innevamento. Il ghiacciaio occidentale di Punta Fourà, che si annidava tra la Cima Meridionale di Seiva ed il Colle di Punta Fourà, non esiste più. Credo che l'estate 2003 gli abbia dato il colpo di grazia.

  • Partenza: Piano del Nivolet 2450 m

  • Tempo di salita: 3 h

  • Dislivello: 1100 m

  • Difficoltà: EE+ (PD+ se si decide di salire la vetta vera e propria, passaggi di III°, corda indispensabile)

  • Periodo consigliato: Luglio – Ottobre


  • ITINERARIO:

    Dal termine della strada transitabile del Nivolet (sbarra), si scende nel piano omonimo, puntando verso nord-est. Si risalgono i piani ed i valloncelli bagnati dai rii di Ferauda, seguendo tracce di sentiero ed ometti. Il terreno si fa sempre più morenico, sino ad uscire sul colle di Ferauda 3026 m, aperto tra la nostra Punta e la Punta Violetta. Si poregue in direzione ell'evidente Colle di Punta Fourà, scendendo nella conca dell'ex-ghiacciaio, e risalendo su terriccio e grosse pietre instabili l'ultimo pendio che porta al colle. Da qui si segue la traccia abbastanza marcata e segnata da numerosi ometti che risale la cresta nord-ovest, portandosi prima sul bordo sinistro, toccando alcuni punti esposti (cautela: terriccio e clapeys cedevoli...) e portandosi poi verso il centro del crestone, che si supera con divertente arrampicata su facili roccette accatastate, con qualche passaggio un po' più impegnativo (I°) e permette di toccare l'anticima, contrassegnata da un ometto e da una croce, dove i più si fermano (3 - 3,30 h). Per toccare il punto culminante si segue il filo della cresta, a tratti affilata (passaggi di III° anche in discesa, esposto, corda indispensabile).

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    A destra: Dalla Punta Fourà: decine di laghetti sono ciò che resta dell'omonimo ghiacciaio.

    A sinistra: il solco della Valsavarenche visto dalla vetta della Punta Fourà.


    Con una breve deviazione (1 h) in discesa è possibile toccare la vetta della Cima Meridionale di Seiva 3200 m. Giunti al colle di Punta Fourà è necessario perdere una cinquantina di metri di dislivello, per risalire poi il versante ovest della montagna, nel punto che ci sembra meno faticoso, scegliendo tra il caotico ammasso di pietrame e grossi massi non sempre stabili, oppure per le fasce rocciose che si superano con divertente arrampicata (I°) fino ad uscire sulla cresta, a poca distanza del curioso monolito che costituisce la vetta (scalabile da questo lato: passaggi di II°, probabile III°-, anche qui ritengo indispensabile la corda). Anche questa vetta è un vero pulpito sul Gran Paradiso.

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    A destra: Il monolito che costituisce la vetta della Cima Meridionale di Seiva.

    A sinistra: La Punta Fourà dalla Cima Meridionale di Seiva.

    Discesa per la via di salita. 

    Percorso il 13-08-2003.

    Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo


     

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