Mont Gelè 3519 m. |
Il Mont Gelè è una bella montagna sul confine tra
Italia e Svizzera, frequentemente salita per la facilità delle vie
normali. Presenta una parete nord sul lato svizzero che si eleva
scura ed impressionante dal sottostante ghiacciaio. Sul versante
meridionale invece presenta un ghiacciaio che negli ultimi anni, a
causa delle estati roventi e delle scarse precipitazioni, comincia a
presentare qualche crepaccio. Conviene salire preso al mattino, per
evitare possibili scariche di pietre dalla catena rocciosa dei
Morion.
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10 e 11 luglio 2004. Eccoci in Valpelline, dopo quasi un anno. La nostra meta è il Mont Gelè. Saliamo da Glacier in una bella giornata di luglio, fresca e ventilata. Si parte comodi per un bel sentierino, un po ripido, che supera il bosco ed esce all'aperto in una piccola conca erbosa, per poi sbucare in uno splendido pianoro, percorso da alcuni torrentelli che disegnano meandri e angolo di rara bellezza. Il Mont Gellè si erge in fondo al piano come un gigante Himalayano. E' un angolo molto bello ella valle, chiusa ad oriente dalla catena dei Morion, e ad occidente dal Monte Avril, dalla Tete di By e dal Velan.
A sinistra: Il bellissimo pianoro sotto il bivacco Regondi. A destra: Il Mont Gelè, visto dal sentiero che sale al bivacco. Il sentiero sale poi per un ripido canale erboso, e con numerosi risvolti raggiungeva un bel lago, e con un'ultima rampa raggiungiamo il confortevole bivacco Regondi, a 2560 m di quota. L'aria è molto fresca, ma ci concediamo comunque il sano relax dopo la salita. Una cena abbondante, bagnata dal un ottimo dolcetto, poi è ora di andar in branda. Sveglia nemmeno troppo impietosa (5.30), colazione e siamo pronti a partire, anche se sulla cresta di confine il tempo non promette nulla di buono. Dal bivacco è necessario perdere quasi 200 m di quota, per andare a prendere la morena che sale al ghiacciaio del Mont Gelè. Fa molto freddo, infatti il terreno è gelato già dai 2300 m di quota.
A sinistra: la catena dei Morion vista dal bivacco, nel tardo pomeriggio. Al centro: Il confortevole bivacco Regondi. A destra: tramonto dal bivacco Regondi. Verso i 2700 m poniamo piede sui primi nevai e presto è meglio mettere i ramponi. Questo tratto è impressionantemente caratterizzato dalle cupi pareti dei Morion, che incombono minacciose. Più ci avviciniamo al confine e più il tempo peggiora. Tra un fastidioso vento da nord-ovest e nevischia. Verso la valle centrale il tempo è migliore. Giunti al colle vediamo le cordate provenienti dal rifugio Crete Seche e presto siamo immersi nella nebbia. Nonostante il freddo glaciale (dieci gradi sotto lo zero) ci leghiamo in cordata e ci immergiamo nel nulla... A sinistra: la salita sul nevaio, verso il colle ed il brutto tempo. A destra: sul ghiacciaio, cordate perse nella tormenta a -10°. Non si vede a 10 m, mi oriento solo con la bussola dell'orologio e con le tracce nella neve fresca. Ogni tanto intravedo qualcuno avanti a noi o sento le voci. Sono gli unici riferimenti. Arriviamo finalmente in vetta (3519 m, 3.30 h dal bivacco) dopo quasi un'ora di marcia nella visibilità nulla. Panorama ovviamente nullo. Scattiamo qualche foto ricordo e ci lanciamo in discesa, ricalcando le nostre tracce.
A sinistra: Lorenzo ed io sulla vetta del Mont Gelè. Al centro: il bravo Lorenzo in vetta. A destra: io con "stile da capocordata" sulla vetta. Giunti al colle ci sleghiamo e proseguiamo la discesa, con più calma, meno freddo e più sole..Giunti alla fine del ghiacciaio ci togliamo anche i ramponi e poi ci aspetta la faticosa risalita al bivacco, dove entriamo immediatamente per ripararci dal ventaccio freddo che tira senza sosta..
Panorama sulla valle centrale dai pressi del colle Cornet. Dopo un lauto pasto, prendiamo la via del ritorno, seguendo un bel sentiero panoramico a mezzacosta che porta fino al colle Cornet. Da qui saliamo due sommità erbose senza nome, affacciate su Ollomont, e per un bel sentierino rientriamo all'inizio del pianoro, da cui in breve arriviamo, stanchi ma contenti, a Glacier, dove ci aspetta l'immancabile birra di rito. Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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