Mont Glacier 3186 m - Mont Delà 3139 m.


Il Mont Glacier è una massiccia montagna che domina l'alta valle di Champorcher, molto frequentata per la relativa semplicità dell'ascensione. Si parte da Dondena, raggiungibile per una carrozzabile non sempre in buone condizioni. L'ascensione al Mont Delà, invece, è decisamente più complessa, per la mancanza di un percorso segnalato e soprattutto per la natura decisamente infida del terreno: pietraie instabili, placche di roccia friabile, il tutto molto ripido ed in alcuni tratti esposto. Se si patisce questo tipo di terreni meglio evitarne la salita...
  • Partenza: Dondena 2105 m

  • Tempo di salita: 3,30 h al Glacier, 1 h dal col Fussi al Mont Delà

  • Dislivello: 1186 + 227 m

  • Difficoltà: EE al Glacier, EE+ al Delà

  • Periodo consigliato: luglio – ottobre

3 ottobre 2004.

Una classica escursione autunnale. Questa è stata l’ascensione al Mont Glacier, la più alta vetta della valle di Champorcher, e del Mont Delà, montagna dalle forme ardite e dall’aspetto repulsivo.

 

Visioni contoluce sulle foschie di fondovalle, salendo al col Fussi.

Siamo partiti da Dondena ad orario non proprio canonico (le 9) ed a buon passo ci siamo incamminati in leggera salita, seguendo una pista ben battuta, sul fianco sx idrografico della splendida conca (purtroppo rovinata dallo scempio dell’elettrodotto Superphènix) in veste autunnale, fino ad intercettare la mulattiera reale di caccia che con lunghi, lunghissimi tornanti risaliva i ripidissimi pendii erbosi, ormai dal colore autunnale, che costituiscono le pendici del Mont Delà, che sovrasta buona parte della salita.

   

A destra: salendo al col Fussi, uno sguardo alla conca di Dondena, dove spiccano il Bec Costazza e la Torre Ponton.

Al centro: cirrocumuli verso il lago Miserin ed il Bec Coztazza.

A sinistra: le ardite forme del Mont Delà, e la Tersva in secondo piano.

Si giunge così ad una conca pietrosa, e poco oltre, in basso, appare il lago Gelato. Le foschie dense della pianura si insinuano nelle valli laterali della Vallèe, disegnando splendidi giochi di trasparenze, luci e ombre. In cielo banchi di nubi alte danno gran spettacolo di forme e contrasti, col cielo blu cobalto come di solito è quello di ottobre.

   

A destra: panorama dal col Fussi. Al centro si nota la Punta di Leppe.

Al centro: la detritica cresta di salita del Mont Glacier.

A sinistra: i laghi dell'Avic visto salendo al Mont Glacier.

Si arriva facilmente al colle Fussi, a 2912 m, dal quale si ha una bella vista su una delle zone più selvagge della valle d’Aosta, cioè il gruppo Emilius-Tersiva. I colori autunnali donano ulteriore bellezza al panorama. Proseguiamo verso il Glacier, seguendo la traccia che taglia tutta la base della montagna, su una caotica pietraia, per portarsi sulla cresta est. Il sentiero prosegue risalendo con stretti tornanti ben battuti l’ampia spalla, mentre pian piano il panorama si allarga a vista d’occhio. Si esce sul filo del versante nord, che precipita su una conca disseminata di laghi multicolore, ai piedi del Mont Avic. Splendido, davvero splendido.

   

A destra: un'altra immagine dei laghi dell'Avic visti in prossimità della vetta.

Al centro: ultimi metri verso la vetta del Glacier.

A sinistra: particolare del medaglione del Cristo sulla vetta del Glacier.

Ecco la vetta, ed il panorama si completa. Particolarmente interessante è la vista sul massiccio del Monte Rosa al completo, dalla Gnifetti al Breitohrn e sul Cervino. Poi il Grand Combin, e il Monte Bianco nascosto dalla mole dell’Emilius. La regolare piramide della Tersiva completa il giro delle grandi cime valdostane. Una piacevole pausa di oltre un’ora, con un lauto pranzo accompagnato da un ottimo barbera, gustandosi contemporaneamente lo splendido panorama e poi è ora di scendere. Aldo ed Elisabetta partono a razzo, io mi lancio al loro inseguimento.

   

A destra: il Monte Rosa dalla Giordani al Lyskamm orientale visti dal Mont Glacier.

Al centro: uno sguardo al Monviso (telefoto 300mm).

A sinistra: verso la Rosa dei Banchi e la conca del Miserin.

Gli altri tre compagni di gita invece seguono con calma. Arrivo abbastanza rapidamente al col Fussì, e attacco anche io, seguendo le orme dei due “corridori” la cresta NE del Mont Delà.  Non sono molto convinto di salire su di qui, memore di certi commenti su “questa montagna”. Mi chiedo più volte se faccio bene o meno a proseguire, o è meglio che me ne torni al colle a rilassarmi al sole…

   

A destra: arrivo in vetta al Mont Glacier.

A sinistra: controluce verso la Rosa dei Banchi.

Poi Elisabetta mi vede e mi incoraggia con un “bravo Roby!”. Vabbè, finchè il terreno è così si sale ancora. I soliti sfasciumi, faticoso terriccio, pietrame di ogni dimensione instabile. Si sale, non agevolmente, ma si sale, rimanendo sotto il filo della cresta, sull’oscuro versante nord. Raggiungo Elisabetta quando il versante diventa praticamente parete. Aldo è più alto, sembra un camoscio sulla cresta…salire dritti su queste lastronate è impossibile. Ridiscendo un po’, seguo una traccia che taglia il versante risalendo su una costa che sembra più fattibile. Con fatica e molta, moltissima attenzione (il terreno è schifosamente instabile) proseguo, ma la pendenza aumenta e il terreno si fa più roccioso. Mancano 60, 70 metri alla vetta. Tornare indietro è un casino, anche perhè immagino che non scenderemo da questo lato della montagna..

   

A destra: i laghi dell'Avic.

Al centro: ritratto di vetta.

A sinistra: foto di gruppo sul Mont Glacier.

Nonostante tutto mi sento abbastanza sicuro, anche se per salire in fretta, e tenere il baricentro basso, salgo quasi a quattro zampe come un ragnetto..

Ci siamo quasi. Mentre Aldo indica ad Elisabetta la via per salire, io mi sposto molto più a destra, dove la pendenza delle placconate si smorza, ed individuo alcune cenge ascendenti, sporche di insidioso ghiaietto, e non so come riesco a salire...gli appigli e gli appoggi ci sono, ma non sempre sono stabili, e provo più volte che non mi rimangano in mano..

   

A destra: dal Mont Glacier l'itinerario di salita al Mont Delà..

Al centro: la cresta finale del Delà.

A sinistra: arrivo in vetta al Mont Delà.

Quando il sole mi colpisce la faccia, capisco che ne sono quasi fuori. La tensione si allenta un po’, una placca poco inclinata, e sono sulla pianeggiante cresta finale. Ecco il grosso ometto di vetta. Ci complimentiamo a vicenda e ovviamente malediciamo segretamente questa montagna di sassi instabili…

   

A destra: Elisabetta ed io sul Mont Delà.

Al centro: uno sguardo all'itinerario di discesa sul lato della conca di Dondena.

A sinistra: il versante sud del Mont Delà, meno scabroso di quello di salita.

Il cielo si sta velando da spessi altostrati, la foschia dalla pianura risale lungo la valle di Champorcher. Tempo di fare due foto e scendiamo, ma questa volta sul versante sud. Di qui è molto più semplice. Dopo una ripida fascia di erba e roccette coperte dalla solita sabbietta, scendiamo per un ripidissimo pendio erboso, ma nulla a che vedere con lo schifoso versante di salita. La pendenza si smorza, e ci portiamo verso la crestina dentellata che delimita il versante sud alla nostra sinistra.  Da qui, nei pressi di una selletta, individuiamo un sentierino abbastanza battuto, che scende costeggiando la base dello zoccolo roccioso di questo versante del Mont Delà. Seguendolo, perdiamo rapidamente quota nei pressi di un conoide detritico, arrivando così finalmente sulla mulattiera proveniente dal col Fussì. Tagliando alcuni degli eterni tornanti eccoci nella conca di Dondena, dove ci ricongiungiamo ai tre compari in discesa dal colle.

   

A destra: ultimi sfasciumi, sono già in vista i tornanti del sentiero del col Fussi.

Al centro: nebbie e vapori autunnali avvolgono il Mont Delà.

A sinistra: una rana temporaria nei pressi di Dondena.

Il resto della discesa prosegue senza storia, nell’aria fresca del pomeriggio, tra le nebbie e i vapori che avvolgono il Delà ed il Glacier. Una sosta ad un’ottima fontana nei pressi di Dondena, e l’avventura è finita. Altri due “tremila” nel sacco, un’altra splendida gita autunnale. Alla prossima!

Maruzzo-socio CAI-Lanzo


 

home | myself | montagna | meteorologia | link | credits | e-mail

 

www.roby4061.it - Versione 3.0 - © 2004