Mont Fallere 3061 m. |
Il Fallere è una di quelle gite che, se si imbrocca la giornata
giusta, rimarrà nei vostri ricordi per sempre. Io consiglio
l'autunno, quando i prati si ingialliscono e l'aria si fa più
limpida. La posizione centrale rispetto al solco della valle d'Aosta
ne fa un punto panorami di prim'ordine su quasi tutti i giganti
valdostani. Prestare attenzione nel tratto di cresta, in particolare
se si effettua la traversata (tratti attrezzati).
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19 settembre 2004. Rieccomi anche quest'anno ad assaporare i colori autunnali. Partiamo da Vetan nel fresco del mattino, ma, presi dall'entusiasmo, perdiamo ben presto il sentiero (poco segnalato..). Ravaniamo tra i pascoli, salendo in direzione del Fallere, fino a raggiungere una strada interpoderale, che taglia tutto il versante a mezzacosta, in leggera salita.
A sinistra: cirrostrati nel cielo settembrino. Sullo sfondo Grivola e Gran Nomenon imbiancati dalla prima neve. A destra: il lago delle Rane, entro cui si specchia il Monte Rosso di Vertosan. La stradina entra in una bella conca, dominata dal Monte Rosso di Vertosan e dal nostro Fallere. A 2150 m si abbandona la strada per un sentierino, che attraversa un caratteristico pianoro acquitrinoso. Ci concediamo una piccola pausa, il tempo è splendido, e ci invoglia a perdere tempo. Riprendiamo a salire, per alcune dorsali, toccando prima il Lago delle Rane, poi il bel Lago Morto. Da qui saliamo sulla cresta SSO del Mont Fallere, sempre seguendo il sentiero.
A sinistra: il Mont Fallere dall'interpoderale, con in evidenza la cresta di salita. A destra: cirrocumuli e la Grivola si specchiano in un laghetto. A 2800 m la via ci viene sbarrata da un gregge di capre sparso beatamente sul sentiero...superato l'ostacolo, proseguiamo la salita per la cresta che si fa via via più sfasciata, irta di dentini, ma sempre percorsa da una buona traccia. Una placca attrezzata con una fune metallca è l'unica difficoltà, prima di riprendere il buon sentiero che porta alla panoramicissima vetta.
A sinistra: il monta Bianco, dall'Aguille de Trelatete alle Grandes Jorasse, dalla cresta SSO del Fallere. Al centro: il gregge di capre sulla cresta SSO. A destra: splendida immagine controluce del "capo" del gregge. Notare le corna e la posa fiera. Il Monte Bianco è a portata di mano, così come tutte le grandi vette della Vallèe. Particolarmente interessante è la vista d'infilata, proprio di fronte a noi, della Valle di Cogne, della Valsavaranche e della Valle di Rhemes. Il clima è quello tardo estivo: l'assenza di vento ed il tempore del sole ci invogliano a rimanere in vetta per quasi due ore. Ma viene anche l'ora di scendere. Decidiamo di effettuare la traversata per la cresta est. Quindi scendiamo con cautela, per l'affilata cresta rocciosa, esposta, ma attezzata con catene e funi metalliche, fino all'anticima SE.
A sinistra: zoomata sul Monte Bianco dalla vetta (focale 300mm). A destra: ancora uno zoom a 300mm sul Bianco, ma dalla cresta SSO. Da qui riprendiamo il bel sentiero, che scende con numerosi tornanti per il soleggiatissimo versante sud. Si passa a fianco dei rudere di un rifugio, quindi giungiamo prima in vista e poi sulle rive dello splendido lago Fallere, una vera gemma incastonata tra i pascoli color ocra. Con fatica ritroviamo un sentierino che scende nel rado bosco all'Alpe Loè. Da qui un'interpoderale il leggera discesa atraversa il bosco fino ad arrivare in vista di Vetan.
A sinistra: la croce di vetta. Al centro: io in cima al Mont Fallere. A destra: la bella edicola votiva del Fallere. Ormai siamo quasi arrivati. Attraversiamo i pascoli qui ancora verdi, e per tracce di sentiero ritorniamo a Vetan, ormai nel tardo pomeriggio. Di rito è la classica birra, così come di rito è la classica coda sull'autosrada..arrivo a casa alle 20.45, stanco ma decisamente soddisfatto. Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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