Castore 4221 m. |
Il Castore, uno dei Quattromila più frequentati delle Alpi per la
bellezza delle sue creste e per la relativa facilità della via
normale. La salita classica avveine dal rifugio Quintino Sella al
Felik, posto a 3585 m di quota, al margine dell'omonimo ghiacciaio.
La salita non presenta difficoltà tecniche particolari, ma bisogna
prestare molta attenzione nel tratto attrezzato sulla cresta
rocciosa che sale al rifugio (delicata in caso di neve o pioggia,
pericolosa durante i temporali: da evitare!!), sul ripido pendio che
sale al col Felik, e sulla cresta finale, che, in alcuni tratti è
molto affilata ed esposta.
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31 luglio e 1° agosto 2005. Ogni volta che si torna sopra quota 4000 si prova sempre un’emozione particolare. Ma questa volta ammetto che m’è venuta la pelle d’oca, nel momento in cui ho calcato la vetta. Questa montagna aveva per me un significato particolare. Andiamo con ordine…
A sinistra: il Castore e i Lyskamm da Sant'Anna Al centro: il caratteristico ponte sulla cresta che sale al Sella A destra: due immagini del tramonto e delle foschie, dal rifugio Quintino Sella. Domenica mattina, io ed Andrea risaliamo la valle di Gressoney, la giornata è splendida. Il parcheggio è ricolmo di macchine di tutte le province d’Italia e di diverse nazionalità europee. Ci prepariamo, poi sotto il peso di uno zaino enorme ci avviamo verso la funivia di S.Anna. Poi con la seggiovia saliamo al colle della Bettaforca, l’aria è molto fredda, ma la vista verso il Castore e i Lyskamm è davvero splendida.
A sinistra: due immagini dell'alba sul ghiacciaio del Felik. Al centro: vista dal col Felik verso il Vallese ed il gruppo dei Mischabel. A destra: il sole sorge dai Lyskamm. la prima parte del percorso di avvicinamento avviene lungo una anonima stradina di servizio, che si abbandona poi per un sentiero ben segnato in una caotica pietraia. Ci affacciamo più volte sulla valle d'Ayas e sul pian di Verra, osservando il chiaro percorso che porta al rifugio Mezzalama. verso i 3350 m inizia la parte più impegnativa dell'accesso al rifugio. La cresta rocciosa, affilata, a tratti esposta, attrezzata con grossi canaponi, che percorre tutto il crinale. E' un percorso molto caratteristico, bello, di ampio respiro, ma delicato in particolari condizioni meteorologiche (non vorrei trovarmi qui con neve, pioggia o temporale..). Superiamo il caratteristico ponte in legno posto su due salti di cresta, e con un ultimo tratto attrezzato molto aereo giungiamo in vista del rifugio Sella, a 3585 m di quota. Il rifugio è comodo ed accogliente, sbrighiamo in fretta le pratiche, e cambiatici scendiamo all'aperto a godere del sole pomeridiano. Il pomeriggio scorre tranquillo, tra sonnecchiate, chiacchiere, foto.
A sinistra: salendo al col Felik. Al centro: ha inizio la cresta, salendo alla punta Felik. A destra: vista verso i Mischabel. La cena ci viene servita alle 19, ottima ed abbondante. Un breve giro dopocena per ammirare il tramonto e a nanna. Conto di partire l'indomani per le 5.30, onde evitare troppa folla. La notte passa un po agitata per la quota, ma al mattino una colazione, seppur a fatica, mi rimette in sesto.
Immagini della cresta sud-est. E' ancora buio e fa freddino quando usciamo. Ci prepariamo, ci leghiamo, e partiamo alla volta della nostra vetta. La prima parte del percorso è banale, sul ghiacciaio di Felik. Il chiarore del giorno si fa avanti, ci troviamo presto di fronte ad una zona crepacciata, dove la traccia compie alcune giravolte per trovare il passaggio più agevole. L'alba è molto bella, con un mare di nubi che copre la bassa valle. Facciamo un attimo di pausa prima di affrontare un traverso ascendente e poi il ripido muro di neve e ghiaccio (35°) che ci consente di valicare il col Felik 4061 m. Facciamo una piccola pausa, per smangiucchiare qualcosa, ma corriamo subito verso il sole, caldo, finalmente un po di tepore. I primi raggi sbucano dalla cresta dei Lyskamm e mi scaldano il viso.
A sinistra: Andrea sulla cresta del Castore. Al centro: salendo in cresta, vista verso i Mischabel. A destra: io in cresta. I quattromil del Vallese accompagnano la nostra salita, mentre ci inerpichiamo per il ripido pendio che ci porta alla Punta Felik 4088 m, un quattromila non ufficiale. E poi comincia la cresat sud est vera e propria, quella che sogno da anni! Sale ripida stagliandosi contro il cielo, affilata. Superato il rpimo rilievo, ecco la parte più impegnativa. La cresta qui è molto esposta, larga 30 cm, estetica, elegante. Andrea ha un attimo di esitazione, ma lo sprono a proseguire, e superiamo senza manco accorgercene questo tratto.
Immagini dell'elegante cresta sud-est. Con percorso aereo, elegante, stupendo in cresta a saliscendi, ci avviciniamo alla vetta. Io sono estasiato, sto realizzando un sogno. Arriviamo in vetta, ci sono solo 6 persone oltre a noi, alle 7.40. Ci abbiamo messo 2 ore e 30 giuste. Sono emozionatissimo, ho i brividi e la pelle d'oca, ad essere quassù dopo tanti anni. E' una montagna che ho sempre sognato, mio papà, pur non avendola mai salita, me ne parlava sempre... ed è anche per lui che sono qui. Non vorrei mai andare via da qui. Mi guardo intorno, e riguardo lontano, il panorama unico, quattromila a perdita d'occhio.
Le immancabili foto di vetta, a quota 4221 m sul livello del mare. Foto di rito, poi a malincuore ci tocca scendere. Il percorso, ora, è ancora più spettacolare, scendendo per l'affilata e sinuosa cresta, in controluce, con le nuvole che ricoprono la bassa valle, l'aria calma e senza vento, il sole che ci scalda. Facciamo una sosta al col Felik. E' un po come se fosse casa mia, il posto giusto per Roby4061 potrebbe essere il col Felik, a quota 4061 m!
A sinistra: uno sguardo alla cresta da ripecorrere in discesa. Al centro: Il Polluce, l'altro Gemello, visto dalla vetta del Castore. A destra: nei pressi del col Felik. Riprendiamo la discesa, il pendio ripido, il traverso, e poi il ghiacciaio, mentre il sole scalda sempre più. Arriviamo al rifugio ancora presto. E' una goduria togliersi gli scarponi e mettere le ciabatte... Rifacciamo gli zaini, facciamo uno spuntino ed un riposino e prendiamo la via del ritorno. In discesa la stanchezza si fa sentire, meno male che il sole ci risparmia, nascondendosi dietro a imponenti nubi di calore. Arriviamo alla Bettaforca, ma dobbiamo aspettare che riaprano gli impianti. E finalmente, con la prima corsa, scendiamo a Staffal.
A sinistra: colle Felik. Al centro: discesa dal col felik. A destra: come sopra. Con grande soddisfazione ci cambiamo, braje curte e sandali, e siamo pronti per una birra media gelata ed un maxi-toast. Lascio a malincuore la valle, ritorno alla pianura, saluto il bravo socio Andrea, al suo primo 4000, e rientro a casuccia. Una preziosa bottiglia di Donnas DOC del 2002 mette il suggello ad una delle più belle gite alpinistiche che abbia mai fatto, ed ad una montagna che era un sogno, un sogno diventato realtà.
A sinistra: Andrea al rifugio Sella, di ritorno dalla vetta. Al centro: Io al rifugio Sella, di ritorno dalla vetta. A destra: la deliziosa birra a Staffal. Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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