Scialpinismo

 

Punta Violetta 3031 m
 

 

 
Info gita  
Partenza: Chiapili di sopra - sbarra 1800 mt (o strada del Nivolet tra la sbarra e il Lago Serrù 2275 mt)
Tempo di salita: 3 h 30 m - 4 h 30 m
Dislivello: 1300 - 850 mt (compresa risalita Lago Agnel - Alpe Agnel)
Difficoltà: BS
Esposizione SO, O
Periodo: marzo - maggio, talvolta fino a metà giugno

 

11 marzo 2000
La parte alta della Valle dell'Orco, soprattutto nella zona del Nivolet, rappresenta un meraviglioso terreno di gioco per lo scialpinista, sia per la bellezza dei pendii sia per l'innevamento generalmente abbondante. Il fatto che poi ci si trovi all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso costituisce un ulteriore elemento di soddisfazione. La Punta Violetta (o del Nivolet) è una delle classiche della valle: l'itinerario descritto si svolge per il vallone chiuso tra la Roccia del Nivolet e la Costa della Civetta che culmina con la Costa di Mentà; l'ultimo tratto della salita si svolge a piedi lungo la cresta Ovest, che però non è sempre percorribile facilmente: il 2000 era un anno di innevamento eccezionalmente scarso e quindi la si poteva percorrere senza troppi rischi; al contrario nel maggio 2001 la cresta era abbondantemente innevata e quindi di difficile percorso. Consigliabile avere con sè i ramponi.
 

L'annata prosegue male: il foehn continua a regnare sovrano così come la siccità:e così è possibile fare una gita cle è una classica di maggio! Alle 8 di mattino siamo alla sbarra poco oltre Chiapili di Sopra: sci a spalle raggiungiamo in mezz'ora il ponte a circa 2000 mt, dove è possibile calzare gli sci, per salire lungo una valletta seguendo un percorso segnalato da paline rosse, fino sotto il Serrù; si risale il pendio-canale tagliando i tornanti della carrozzabile fino ad uscire sui pascoli dell'Alpe Agnel 2326 mt. Con breve discesa si tocca la diga del Lago Agnel, che percorriamo senza sci perchè la neve è un miraggio; si continua poi a salire toccando i laghetti 2461 mt e poco oltre il ponte a 2495 mt.

vallonecarro_19-05-01.jpg (48875 byte) Il vallone del Carro visto dalla strada del colle del Nivolet.

Da qui è ben visibile la seconda metà del percorso: si risale il vallone caratterizzato dai tralicci dell'alta tensione, tenendosi preferibilmente sui dossi di destra per evitare troppi saliscendi a causa del caratteristico terreno a mammelloni. Si punta alla cresta verso i pendii sostenuti che escono sulla cresta sulla destra dell'ometto della Costa di Mentà. Il panorama si apre così sul piano del Nivolet che si allunga verso il Gran Nomenon e la Grivola.Si prosegue ancora per la cresta con gli sci fin dove è possibile: pesronalmente consiglio di fermarsi prima dell'anticima Ovest 2926 mt: la cresta si fa molto affilata e ripida, ed è molto meglio percorrerla a piedi. E qui proseguo quindi a piedi e, accidenti, senza ramponi: superati i pochi tratti nevosi poco divertenti finalmente raggiungo la parte finale della cresta di massi accatastati fino alla vetta. Il panorama è ovviamente unico sul Nivolet, il Gran Paradiso e la Valle Orco.

vallone violetta_11-03-00.jpg (80996 byte) Il valloncello che culmina con la Costa di Mentà.

Discesa la cresta a piedi è ora di mettere gli sci e di lanciarsi giù per i meravigliosi pendii fino all'Agnel: dopo la noiosa risalita fino all'Alpe Agnel si scende finalmente fino alla fine della neve, sfruttando ogni minima chiazza. Questa è una gita che conviene fare quando la sbarra oltre i Chiapili di sopra è aperta, al fine di ridurre il dislivello da affrontare in salita. L'esposizione dei pendii di salita permette tuttavia alla neve di trasformarsi a volte già a marzo.

violetta.JPG (63267 byte) Dalla vetta verso il vallone dei rii Ferauda e il piano del Nivoet. Sullo sfondo Grivolae Gran Nomenon.

Ho ripetuto la salita il 19 maggio 2001: l'innevamento eccezionale ha permesso di calzare gli sci già a 2050 mt, e di attraversare la diga dell'Agnel senza mai togliere gli sci; per contro la cresta si presentava in condizioni proibitive per ch, come me, aveva ben pensato di lasciare a casa i ramponi!! Comunque la neve eccezionalmente bella ha regalato una discesa veloce ed entusiasmante, sfrutttando ogni chiazza di neve fin sotto il ponte a 2000 mt, nei pressi del torrente

 

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