30 giugno e 1° luglio 2007. La gita
sociale dei CAI di Rivarolo, con direttori miei amici, è andata
benissimo. 20 partecipanti tutti in vetta senza nessun intoppo e con
dei buoni tempi.
Il viaggio di andata da Villanova Canavese ai Forni è stato
tremendo, anche a causa del motoraduno allo Stelvio. Ci ho messo
praticamente 6.30 ore. Allucinante.
Da qui, dopo un panino veloce, siamo saliti al rifugio Pizzini.
Birra e relax, fino alla cena, che è andata troppo per le lunghe
(due ore mi sembrano un po' troppe...)
Tisana e a dormire, non molto, alle 3.20 ero sveglio ed alle 3.30 ci
siamo alzati.
Il cielo era velato, e c'era qualche nube bassa, ma tempo di fare
colazione, e si vedevano le stelle. Alle 4.35 siamo partiti, c'era
già luce.
A quasi 3000 m inizia il ghiacciaio, in questo tratto poco
crepacciato, e ci siamo legati in cordata. In breve siamo arrivati
al canalino, che ci ha subito accolto con una scarica di pietre.
casco in testa, e siamo proseguiti. La pendenza inizialmente era sui
30°, verso la metà 35°, l'uscita a 40° circa.
Le condizioni erano buone, con una bella traccia, e nonostante le
scariche lo abbiamo superato agevolmente. per fortuna le pietre
erano piccole, al massimo grosse come una mela, ma son stato colpito
ben due volte, una sullo zaino e una sulla piccozza (che mi ha
salvato lo stinco, se no sentivi che santi tiravo giù
).
Usciti dal canalino, ecco il sole, e la ripida "pala". La traccia
era sempre buona, il pendio ripido, molto ripido (40°), anche qui
ancora qualche scarica, poi più nessuna "rolling stones". la
pendenza da fiato intorno ai 3600 m, nei pressi di un argano
residuato della prima guerra mondiale.
Da qui la vetta era vicina. Un tratto rilassante, poi le ultime
rampe. Un canalino a 45° buoni, con qualche pietra in mezzo alla
neve e del ghiaccio affiorante, delicato, e siamo sulla cresta.
E qui dico "sticazzi".
E' impressionante la traccia. Come "scavata" sulla parete nord.
Muretto di neve a sx, traccia di 30 cm di larghezza, a dx il fianco
della nord che si inabissa a 60-70° per 1000 metri. Normalmente la
traccia penso che passi a sx, sul lato Valfurva, ma viste le
cornici, è stata tracciata da questa parte.
Con molta cautela e un po' di fibrillazione percorriamo questi 50
metri lineari che ci separano dalla vetta. Poco sotto, affiorano
resti dei baraccamenti della Prima Guerra (a questa quota!!!!), e
con un ultimo tratto decisamente aereo, siamo in vetta...
Che figata.
Non c'è nemmeno tanta gente, il panorama è indescrivibile. Sono le
8.10, sono sulla vetta del Gran Zebrù,
3851 m di quota. Ci abbiamo messo 3h35 dal rifugio, ottimo.
Sono felicissimo. essere quassù è di una soddisfazione enorme, per
me che mai avrei pensato di arrivare su, che pensavo fosse al di
sopra delle mie possibilità, e poi le previsioni erano abbastanza
sconfortanti, ed invece guarda qui, guarda che panorama, guarda la
val Cedèc invasa dalle nubi in basso, guarda il Sud-tTrol, guarda il
Cevedale, le Tofane, il Trentino...
Estasiato da tanta bellezza, e anche dal fatto che non ci siano le
folle oceaniche che temevo, mi rendono felicissimo.
Foto di rito, pian piano arrivano tutti i nostri. bravi a tutti,
alle 8.30 ecco l'ultima delle nostre cordate, poi a cresta sgombra,
noi cominciamo a scendere.
Sono io da primo, la discesa mi impressiona un bel po'... anche
perchè la traccia è in leggera discesa, e 1000 metri sotto i
seracchi della vedretta di Solda mi fanno "ciao ciao"... comunque
scendo con una concentrazione a mmmmille mila, ogni passo valutato,
pianto bene la picca a dx...
Ne usciamo fuori presto, scavalco la cresta, mi sento più
tranquillo... nella discesa del canalino successivo, faccia a valle,
non ho nessun problema.. il resto della discesa della pala prosegue
bene, anche se la neve è molle, e richiede attenzione.
Un po' di nebbia ci coglie nel canalino, che però in discesa mi
sembra una "passeggiata". non scarica più, e nonostante un dolore
lancinante al ginocchio sinistro, in breve usciamo anche da questo,
e giù al sole possiamo rilassarci, fuori dalle difficoltà.
Sono le 9.45, siamo in orario perfetto. piccola pausa, poi fuori dal
ghiacciaio, giù per le pietraie, ed alle 11 siamo al rifugio, dove
due nostre cordate già sono lì.
Mi cambio, birrazza e spuntino.
Entro le 12 sono tutti al rifugio, e noi cominciamo a scendere.
prendiamo il bel sentiero, invece della strada, con belle viste sul
ghiacciaio dei Forni.
Alle 13.20 siamo al parcheggio, alle 13.30 si parte, via, verso
casa. Passando dal Gavia, e per la Valcamonica...
A pochi km da casa mi becco una tempesta in piena regola, per pochi
minuti non mi becco tre piante in testa, strada interrotta per
alberi caduti, allagamenti, grandine...ma alle 19.30 sono a casa.
Soddisfatissimo, e felicissimo, è andato tutto liscio, tutti e 20 in
vetta, una salita ed una montagna che ricorderò per un bel pezzo.
magari le foto non sono granchè, ma le immagini ed i momenti e gli
amici e le emozioni che questo Gran Zebrù
mi ha regalato, mi rimarranno per sempre indelebili nella mia mente
e nel mio cuore.
Photobook di questa gita.
Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo |