Corno Vitello 3057 m. |
Il Corno Vitello è una salita impegnativa, lunga, con un finale non
banale se innevato. Il panorama dalla vetta è splendido sul monte
Rosa al completo.
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17 novembre 2005. Questo 3000 a metà novembre è uscito in maniera insolita... ci ritroviamo in tre, due licenziati (entrambi per riduzione del personale) ed un cassaintegrato... è la prima uscita ufficiale del GAD (Gruppo Alpinistico Disoccupati)...
A sinistra: il rifugio Arp. Al centro: dopo il rifugio, salendo verso il passo di Valfredda. A destra: giochi di ghiaccio... E' il 17 novembre, le temperature in quota sono finalmente degne della stagione, l'aspetto delle montagne no. I fianchi dei nostri monti sono brulli e spogli di neve fino ad alta quota. Partiamo da Estoul alle 7.50, il freddo ci spinge a camminare di gran carriera. Risaliamo in breve le piste spoglie di neve, fino a intercettare la stradina al sole che si inoltra nel vallone di Palasina, di nuovo in ombra ed al gelo. La temperatura si aggira intorno ai -7°. Sempre in ombra risaliamo con alcuni tornanti al rifugio Arp 2440 m, dove arriviamo già alle 9.10. Il freddo ci ha fatto correre... Una pausa ristoro per un the caldo al sole, dove si sta benino, ma l'aria è gelida.
A sinistra: Chiara guarda verso valle. Al centro: il canalino innevato che ci porta sulla cresta sud. A destra: poca neve residua sulla cresta sud del Corno Vitello. Ripartiamo, salendo verso il passo Valfredda, tocchiamo in breve due bei laghi gelati, e ci alziamo con alcuni tornanti, su un ripido pendio erboso, sbucando in cresta senza mai patire il caldo. Dal colletto ci incamminiamo sulla larga dorsale detritica, toccando il passo Valfredda. Stranamente non troviamo vento, come invece mi aspettavo. Risaliamo la cresta, trovando poi neve. Un rbeve canalino innevato ci riporta sulla dorsale, ancora un tratto pianeggiante, poi, di fronte all'anticima rocciosa, ci aspetta un lungo traverso a ovest, delicato e innevato. Con la piccozza ci aiutiamo, ma sarebbe meglio qui avere i ramponi. Superato con attenzione questo tratto, ritorniamo al sole. La traccia risale il versante chiuso tra le due creste N-W e S.
A sinistra: Alex impegnato nel traverso innevato. Al centro: Alex, Chiara ed io in vetta. A destra: il Roby4061 in vetta. I miei due soci preferiscono questa via, io mi inerpico lungo la cresta N-W, seguendone pressappoco il filo, per risalire l'ultima parte su facili rocce abbastanza solide e ben appigliate (passaggi di I°, forse un paio di II°) sbucando direttamente in vetta. Il panorama circolare è splendido quanto triste per la mancanza di neve. La temperatura si aggira sui -10°, siamo a 3057 m al 17 novembre.
A sinistra: luci ed ombre in discesa sulla cresta sud. Al centro: onda di neve sulla cresta sud. A destra: momenti di discesa. Presto il freddo si fa sentire, ci spinge a prendere la via del ritorno. La brina sulle rocce e quel poco di neve farinosa che sporca la traccia, rende delicata la dicesa. Il traverso si percorre di nuovo con attenzione, poi in cresta ci si può rilassare di nuovo un attimo. Scendiamo al rifugio, dove sul lato sud, in pieno sole ed al riparo dal vento, ci concediamo una pausa da cristiani, mangiando pane e salame e fontina e sorseggiando un ottimo vinello.
A sinistra: visioni bianco & nero del distretto di Palasina. Al centro: giochi di riflessi sul lago gelato. A destra: la fine della giornata si avvicina, nei pressi del rifugio Arp. Alle 14.40 lasciamo il rifugio Arp, e presto anche il sole. La discesa scorre tranquilla, con la temperatura via via più fredda, ed arriviamo al parcheggio di Estoul che fa davvero freddo, alle 16 del pomeriggio. Ci cambiamo e nonostante il freddo patito, non rinunciamo alla nostra classicissima birrazza gelata... qual modo migliore di festeggiare un tremila fuori stagione??
Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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