PIRAMIDE VINCENT 4215 m |
La Piramide Vincent è uno dei quattromila più frequentati del Rosa
per via della sua facilità di salita. Con un buon allenamento è
fattibile in giornata partendo dal Passo dei Salati, raggiungibile
in funivia da Staffal. Dal 2010 probabilmente il nuovo impianto
Funifor che porta fin sul ghiacciaio d'Indren nei pressi della
partenza dello storico ski-lift "roccette" accorcerà ulteriormente i
tempi di salita, probabilmente di un'ora, evitando il noioso tratto
dello Stolemberg e il traverso sull'agonizzante ghiacciaio. Per
salire al Mantova in salita conviene passare dal sentiero
attrezzato, faticoso ma breve. Dietro alla Gnifetti fare attenzione
ai numerosi crepacci, specie a stagione avanzata. Effettuanto la
salita in giornata c'è, naturalmente, il problema dello sbalzo di
quota.
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5 agosto 2009. E finalmente l’ho timbrata… questa vetta mi sfuggiva, per un motivo o l’altro, da ben dodici anni… dal ’97.. Ultima “sfuggita” lo scorso we, quando avevo in programma di farla scendendo dalla Capanna Margherita, ma il maltempo previsto aveva nuovamente fatto saltare tutto. Per cui, visto l’ottimo allenamento dell’annata, ho deciso di tentarla in giornata… siamo io e Beppe. Sveglia alle 5, alle 7.30 siamo a Staffali in tempo per le prime corse degli ovetti. Alle 8.10 siamo a 2980 m di quota, ci incamminiamo con calma verso lo Stolemberg, orrido ammasso di pietracce e sfasciumi, lo insulto ogni volta che salgo su di qua anche se lui non ne può nulla… Quasi senza accorgercene siamo a Punta Indren, e quindi sull’omonimo ghiacciaio, che non ho mai visto così bianco e coperto di neve. Saliamo slegati e senza ramponi, con questo innevamento qui non ci sono problemi. Giungiamo così all’inizio del sentiero attrezzato che porta a sbucare sulla cresta al di sopra del rifugio Mantova, a circa 3550 m di quota. Qui finalmente un po’ di venticello fresco, facciamo una sosta e ci leghiamo. Siamo stupiti della velocità con cui siamo arrivati qua, appena 1h40 dalla partenza! Ci incamminiamo sul ghiacciaio del Gasterlet, però ora moderiamo il passo.. la quota inizia a farsi sentire, e soprattutto lo sbalzo altimetrico. Stiamo bene, però ci sentiamo entrambi leggermente “rinco”, quasi ebbri… sensazione poco piacevole, ma l’importante è non avere nausea o mal di testa. Saliamo con calma, la rampa che ci porta a 3800 è davvero dura, sotto gli imponenti seracchi della Vincent. Non siamo molti a salire in giornata, i più stanno scendendo. Come ogni volta, vedo di tutto.. cordate di 10 persone… gente slegata da sola… altri senza ramponi… Il ghiacciaio è in gran parte coperto, però alcuni crepacci stanno cominciando ad aprirsi e la traccia li attraversa, quindi c’è da stare all’occhio! Invidio alcuni sciatori… ci avessi pensato un po’ di più, avremmo potuto venire anche noi con gli sci… l’innevamento è ottimale, è tutto un biliardo… A quota 4000 metri ci prendiamo una piccola pausa ristoro, la vetta ormai è vicinissima. Uno snack, un sorso di the caldo, e poi riprendiamo la salita. La stanchezza si fa un po’ sentire, ma moderando il passo riesco a salire respirando solo col naso, ed è sintomo di buon allenamento considerato la quota. Ultima rampa, ed esco sul panettone finale, come di consuetudine mi viene un po’ di pelle d’oca mentre calco la vetta della Piramide Vincent 4215 m, il mio ventunesimo 4000. E’ un bel traguardo, una bella collezione, una gioia immensa in quest’anno di rinascita fisica. Una stretta di mano col socio, e ammiriamo il panorama sconfinato. Solo poche nubi sulla Valsesia, per il resto montagne a perdita d’occhio, ghiacciai, alte vette, creste, valli immerse in una tenue foschia. Meraviglia. La giornata è stupenda e limpida, guardo l’orologio, sono le 12.10. E pensare che 7 ore fa ero nel mio letto….è incredibile cosa può fare un corpo umano ben allenato.. Rimaniamo quasi tre quarti d’ora in vetta, si sta benissimo e fa caldo, poi però è bene scendere, abbiamo una funivia che è meglio non perdere… la discesa è decisamente rapida, con un po’ più di attenzione visto l’orario (non mi piace essere dopo le 13 su un ghiacciaio..), ma in un’oretta scarsa arriviamo al rifugio Mantova, dove possiamo rifocillarci. Mezz’ora di pausa, poi ridiscendiamo per il sentiero tra gli sfasciumi. Sul ghiacciaio d’Indren ho un momento di stanchezza totale, del resto è un po’ di ore che siamo in movimento, ma poi mi passa e riaccelero il passo. Ecco Punta Indren, ecco i due colli delle Pisse. A quello inferiore facciamo un’ultima pausa, prima di affrontare la breve ma stancante risalita dello Stolemberg. Da qui in breve siamo al Passo dei Salati, ci buttiamo subito sull’ovetto, e ci rilassiamo nel viaggio di discesa fino a Staffal, dove una volta cambiati ci aspetta una meritata birra media e un buon toast, a coronamento della giornata e della gita. Ritorno a casa un po’ stanco (giustamente), ma soddisfatto per la salita, anche se non ero partito con lo spirito giusto. Ero infatti turbato dalla tragedia accaduta il giorno prima sulle alpi francesi. Dalla vetta della Piramide Vincent non ho mancato di mandare un pensiero al Cielo per Andrea, col quale avevo condiviso qualche gita di scialpinismo negli anni passati, caduto sulla Meje il 4 agosto.
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