Punta del Seone 2762 m. |
La Punta del Seone è una gita davvero insolita... lunga, faticosa, relativamente impegnativa, ma che almeno una volta vale la pena fare, e soprattutto d'autunno. Il vallone di Vassola è uno dei più selvaggi delle Valli di Lanzo, immerso nella solitudine, poco frequentato, ma decisamente pittoresco.
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24 ottobre 2005 Vonzo, lunedì mattina, ore 8.30. Il rumore dell'antifurto che chiude la macchina rompe il silenzio del mattino. Mi carico lo zaino in spalla, risalgo la strada asfaltata fino al bivio dove parte il sentiero che, nel bosco di faggi, mi porta ai Chiapili. Una persona sta lavorando su un tetto, è l'ultima presenza umana che vedrò oggi, fino al tramonto. Abbandono anche i Chiapili, proseguo per il sentiero non sempre evidente, risalendo il pendio di pascoli a monte della borgata, fino ad intercettare la stradina che si inoltra nel vallone di Vassola.
A sinistra: colori d'autunno nei pressi dei Chiapili. Al centro: la cascata del rio Vassola. A destra: bianconero sugli alpeggi del vallone di Vassola. Entro nel bosco acceso di colori, al sole, mi trovo di fronte due caprioli, che fuggono a gambe levate alla mia vista. Arrivo nel piano di Vassola, assolutamente deserto, immerso nell'ombra. Mi fermo a sorseggiare un the, poi l'aria frizzante mi spinge a riprendere il cammino. Il sentiero non è evidente, salgo verso destra, cercando di trovare qualche traccia. Ritrovo gli ometti e con esso il sentiero. Raggiungo l'Alpe Balmot 1894 m, e con un leggero traverso in discesa, ritorno al sole.
A sinistra: l'Alpe Veilet. Al centro: autortratto nei presso dell'Alpe del Seone. A destra: aquila nel cielo del vallone di Vassola. Attraverso il rio Vassola su delle lastronate rocciose, un mancorrente evita, in caso di scivolata (molto facile, visto che la pietra è sporca e viscida per le alghe..), di farsi un salto di 100 m andando al creatore... Fa caldo, rimango in maglietta. Proseguo, passando accanto a ruderi di baite, guardandomi intorno, consapevole di essere l'unica persona in tutto il vallone. Raggiungo i bei casolari dell'alpe Vailet 2213 m. E' molto tempo che non torno da queste parti, era il luglio 2000, quando salii al Monte Bessun. Prendo poi il bivio a destra (EPT-324), che sale nelle vicinanze dell'Alpe del Seone. Il sentiero prosegue, sempre poco evidente, e raggiungo il colle della Terra d'Unghiasse, aperto sul bacino degli omonimi laghi. Il mio obiettivo è il Gran Bernardè, ne tento l'approccio, ma vista la neve ed il ghiaccio presenti, rinuncio presto a questa cima, e torno sui miei passi, diretto alla Punta del Seone. Dal passo salgo per il ripidissimo pendio erboso, cercando di andare ad intercettare la cresta est (alla mia destra), poco definita, in parte rocciosa.
A sinistra: il vallone di Vassola visto dalla Punta del Seone. Al centro: la cresta est della Punta del Seone. A destra: in vetta, al sole di ottobre. Il percorso non è molto evidente e non ci sono segnali, ma conviene dal passo tenersi un po bassi senza salire troppo. Raggiunta la cresta, appoggio sul versante nord est, in parte innevato, e arrivo sulla vetta, trafelato ed esausto. Non c'è un ometto, lo costruisco per dare a questa punta l'aspetto di una vetta. Sono solo. Le nebbie risalgono dal vallone di Unghiasse, ma mi concedo una rilassante pausa, pasteggiando con le specialità acquistate a Cantoira la mattina stessa. Mi assopisco subito dopo, risvegliandomi avvolto dalle nebbie. Ma non ho voglia di scendere. Mi accendo un sigaro, e passeggio sulla cresta, osservando le nebbie salire, e scollinare dal bacino d'Unghiasse a quello di Vassola. Alle 15 penso sia meglio scendere, le ore di luce che rimangono non sono molte. Lascio questa solitaria vetta, scendo direttamente per il ripido pendio al Lago del Seone, e di qui all'alpe omonima. Mi disseto lungo il sentiero, ad una copiosa fontana, poi proseguo.
A sinistra: Roby4061 con posa da "Che".... Al centro: il lago del Seone tra le nebbie. A destra: ciò che resta della gloriosa alpe del Seone. L'aria si rinfresca, a tutto il resto non cambia, il silenzio è sempre totale. Scendo accompagnato dalle aquile che volteggiano sul vallone, poi nei pressi del rio Vassola avvisto anche una bella volpe, e ne seguo la fuga lungo i fianchi della montagna. Mi concedo ancora una sosta all'alpe Balmot, poi continuo la mia lunga discesa. Ritrovo il sole poco oltre l'alpe Vassola, e subito dopo i due caprioli che avevo visto al mattino.
A sinistra: pausa in discesa.. A destra: il piano di Vassola. Scendo col sole alle spalle, che presto tramonta dietro la Ciamarella. Un altro giorno se ne sta andando. L'aria della sera si cala sulla Val Grande, rieccomi tra le case dei Chiapili. Quell'uomo visto al mattino è ancora sul tetto della casa... Nessuno dice nulla, ognuno per conto suo, mi ributto nel bosco, ancora un po ed arrivo a Vonzo che ormai è buio.
A sinistra: colori d'autunno in discesa. A destra: il sole tramonta dietro la Ciamarella. Strana gita oggi. Solitaria, decisamente una solitaria in tutto e per tutto. Una salita ad una putna sperduta, sconosciuta, che non ha nulla di particolare, se non il fatto di essere un buon motivo per passare un'intera giornata autunnale in totale solitudine e simbiosi con la montagna. Questo penso, mentre accendo la macchina, e riprendo la via verso il calore di casa. Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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