Punta Pousset 3046 m.


  La Punta Pousset è quella bella puntina aguzza che sovrasta l'abitato di Cogne, elegante nelle forme vista da est e da sud, e relativamente semplice da salire per la via normale, che non presenta alcuna difficoltà fino alla parte finale, la cresta di roccette con qualche passaggio di I° e uno di II°, esposto, proprio sotto la vetta. Escursione consigliabile in autunno, quando c'è ancora meno gente in giro ed il vallone del Pousset si popola di animali.
  • Partenza: Cogne 1534 m

  • Tempo di salita: 4 - 5 h

  • Dislivello: 1550 m

  • Difficoltà: EE (corda utile per i meno esperti)

  • Periodo consigliato: metà giugno – ottobre
 
  30 ottobre 2005.

Dopo un mese quasi esatto sono di nuovo a Cogne. La neve non si decide ad arrivare, prolunghiamo la stagione dei 3000. Siamo in 5 a partire nel freddo ottobrino di Cogne questo 30 ottobre. non c'è molta gente in giro, la brina leggera copre i prati di S.Orso che attraversiamo nel silenzio domenicale. Saliamo presto all'Alpe Robat, e sempre a buon passo ci inoltriamo nello splendido bosco, con salita ripida ma regolare, fa presto caldo, nonostante siamo a fine ottobre. Arriviamo a Les Ors inondato di sole, e facciamo i primi incontri con i camosci, che si lasciano avvicinare e fotografare.

   

A sinistra: il Pousset illuminato dal sole al mattino, da Cogne.

Al centro: scorsi su Cogne salendo nel bosco.

A destra: fortunato incontro nei pressi di Les Ors.

Rimango indietro da solo, salgo in silenzio guardandomi intorno, crogiolandomi al caldo sole d'ottobre, solo qualche refolo d'aria ogni tanto mi ricorda in che periodo siamo. Arrivo quindi anche io al casotto del Pousset, dove ci concediamo una piccola sosta, tutti riuniti. Ripartiamo alla spicciolata, scendendo per il traverso in ombra, e ritornando presto al sole, imboccando il grande vallone del Pousset, arso e riarso dalla siccità. Si vedono animali ovunque, il tepore è piacevole ed invoglia a salire con calma.

   

A sinistra: autunno a Les Ors.

Al centro: colori d'autunno.

A destra: i ruderi dell'Alpe Pousset superiore.

Alle baite del Pousset Superiore 2529 m c'è ancora acqua, ne approfitto per fare rifornimento e una piccola sosta. Riparto e raggiungo così Alex e Patty, ed insieme proseguiamo. Vero i 2700 m facciamo l'incontro con alcuni stambecchi, che si lasciano fare un vero servizio fotografico. Non c'è molta gente in questo vallone, c'è qualcuno avanti, già in cresta. Riprendiamo il cammino, al bivio a 2800 lasciamo il sentiero che prosegue verso il colle Pousset, ed attacchiamo il ripido pendio finale, che con alcuni tornanti che ci tirano il fiato, ci portano in cresta, dove ha inizio la parte più complicata della gita.

   

A sinistra: dall'Alpe Pousset uno sguardo verso l'Emilius.

Al centro: stambecchi nel vallone del Pousset.

A destra: i tornanti sul ripido pendio sud.

   

A sinistra: il primo salto della cresta.

Al centro: Patty sale il primo risalto.

A destra: il secondo camino in salita.

Aspetto Alex e Patty, poi attacchiamo la cresta. Un primo breve camino di un paio di metri, con passaggi di I°, su rocce ban appigliate, un secondo saltino, e sbuchiamo sulla cresta pressochè pianeggiante. Seguendo gli ometti, arriviamo ad un passaggino in discesa, non simpatico per via di un po di neve gelata, e superato questo riprendiamo la cresta più semplice, fino ad un traverso su una cengia un po' esposta, ed all'ultimo saltino con un passaggio di II°, esposto, che porta ad uscire direttamente sulla vetta.

   

A sinistra: dopo i due salti rocciosi, la cresta si fa pianeggiante.

Al centro: è ormai vicino l'ultimo tratto prima della vetta.

A destra: il traverso esposto prima del passaggio finale.

Il panorama è splendido, fa relativamente caldo, sono in maniche corte a 3000 metri e a fine ottobre. Ci concediamo una lunga pausa, allietata da salame al barolo, castelmagno, nero di frabosa  e nebbiolo d'Alba.... il genepi suggella la nostra permanenza in vetta in maniera adeguata.

   

A sinistra: il saltino che si supera con passaggio di II° e porta direttamente sulla vetta.

Al centro: Roby4061 in vetta.

A destra: la croce in cima al Pousset.

A malincuore ci tocca scendere, ma non dopo essere rimasti in vetta più di un'ora. La cresta, percorsa in discesa, ci pare meno impegnativa, ma è da fare comunque con cautela. Usciti dal difficile, comincia la lunga, lunghissima discesa verso Cogne. Ce la prendiamo con calma, osservandoci intorno, siamo rimasti gli unici su di qui. Gli unici, a parte gli stambecchi, che si lasciano avvicinare molto.

 

A sinistra: Roby4061 in discesa sulla cresta.

A destra: discesa del tratto più ripido della cresta rocciosa.

Ci riuniamo all'Alpe Pousset superiore, poi di nuovo ripartiamo alla spicciolata, nell'aria che si fa più fresca, e col sole che pian piano ci abbandona dietro il Monte Herban. Tra camosci, larici e silenzio, rientriamo a Cogne, stanchi, ma soddisfatti per la nostra impresa. Una volta cambiatici, prendiamo posto al Caffè Grivola, dove chiudiamo la giornata con un'ottima birra, per festeggiare un'altra splendida giornata tra amici, ed una splendida gita autunnale, una delle migliori dell'anno.

   

A sinistra: stambecco nella sua fierezza.

Al centro: acque d'autunno all'Alpe Pousset superiore.

A destra: il Pousset in ombra, al tardo pomeriggio, visto da Cogne al nostro ritorno.

 

Maruzzo-socio CAI-Lanzo

 

 
 

 

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