9 e 10 giugno 2007. Ed ecco che inizia la
stagione alpinistica...in notevole anticipo e senza alcuna "gitona"
escursionistica preparatoria, e con ancora i residui
dell'influenza.. ma l'invito di martamarta e dei suoi amici era
allettante, e ne ho approfittato, conoscendo nuovi amici.
Siamo partiti sabato alle 11 da Pre de Madame Carle 1874 m, con un
bello zaino carico, su per l'ottima mulattiera. Impressionante il
vallone del Glacier Noir sicuramente abbandonato dal ghiacciaio
nell'ultimo secolo. Il tempo è buono, fa caldo, e la fatica si fa
sentire. Saliamo in ambiente grandioso e selvaggio, a quota 2450 m,
nei pressi di un laghetto, ci fermiamo per il pranzo.
Nel mentre ci raggiungono gli altri 4 partecipanti, e si riparte
sgranati verso l'alto. La fronte del Glacier Blanc è impressionante,
verso i 2800 m di quota mettiamo piede sul ghiacciaio. Con percorso
in leggera salita giungiamo alla base del pendio detritico e nevoso
che faticosamente risaliamo per raggiungere il refuge des Ecrins
3170 m.
E' molto affollato, ci sono due corsi CAI e probabilmente anche uno
del CAF.
Un po' di relax, cena, un'ultimo sguardo alla Barre des Ecrins tra
le nubi e si va a nanna. La notte è infernale, il caldo terribile in
camerata non mi fa praticamente dormire.. Alle 3 ci si alza, avrò
dormito si e no 2.30 ore.
La colazione a fatica come al solito, poi scendiamo al ghiacciaio.
Sono già le 4.35 quando ci incamminiamo. Parto con un passo molto
lento, il percorso è inizialmente in leggera salita, fino a quota
3300 circa, dove la traccia si impennerà verso l'alto. Qui ci coglie
l'alba, splendida. La via è molto affollata, ma sulle rampe assai
ripide si va piano e ci si ferma spesso.
Uscire di traccia è impensabile, si sprofonda nella neve fino al
ginocchio. Faticosamente, risaliamo l'immenso e spettacolare e
ripido versante nord della Barre des Ecrins, fin sotto la parete
terminale, dove ci coglie la nebbia.
Quest'ultima rampa, massima pendenza a 45°, toglie il fiato anche a
me... ma poi spiana, e la nebbia si dissolve... con un lungo
traverso in leggera ascesa, arriviamo sotto il ripido muro della
Breche Lory, 3974 m. Si riprende fiato, poi con cautela superiamo il
pendio a 45°, sotto c'è del ghiaccio, ma è ancora in buone
condizioni.
Ci siamo quasi... gli ultimi passi, e quando sono in vetta mi viene
la pelle d'oca.. di nuovo a quota 4000, respiro di nuovo quest'aria
sottile. Sono le 8.50, siamo a 4015 m, giù in valle il mondo dorme
ancora...
Le foto di rito, poi è ora di scendere. Due nostri compagni hanno
rinunciato alla Barre des Ecrins per la troppa neve, altri due ci
proveranno lo stesso ma faranno dietro front dopo il primo tiro...
condizioni troppo invernali in cresta, in effetti anche altre 2
cordate francesi tornano indietro.
La nostra discesa è lunga, e comunque faticosa, e bisogna tenere
alta la concentrazione, perchè la traccia passa su alcuni ponti
mascherati dalla neve recente.
Finita la parte ripida, a 3300 m, anche se non si dovrebbe stare in
T-shirt su ghiacciaio, mi devo svestire... il caldo è terrificante,
e percorrere il plateau fino al rifugio è una cosa allucinante per
via del calore. Non un filo d'aria, il riverbero trasforma questo
luogo in un forno...
Sotto il rifugio piccola pausa, poi giù in ordine sparso.... nei
pressi del refuge du Glacier Blanc è pieno di marmotte, il bello di
salire un 4000 senza impianti, e partendo dal fondovalle è anche
questo.
Una sosta per una birra, poi si riparte, e nell'ultima mezz'ora
prendiamo anche un po di pioggia, ma se non altro ci rinfresca..
Ed eccoci finalmente a Pre de Madame carle... sono le 16.35, sono 12
ore che camminiamo... ma la gita è finita!
Birrazza, panozzo, poi via verso casa... anche questa è andata, il
17° quattromila aggiunto alla "collezione".
L'unico aspetto se diciamo "negativo" di queste salite, è che sono
sempre molto affollate...
tuttavia, Gaston Rebuffat soleva dire "A quattromila metri si
respira un'aria particolare"... ed è vero...
Photobook di questa gita.
Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo |