DOME DE NEIGE DES ECRINS 4015 m


Il Dome de Neige des Ecrins è paraticamente la spalla della celeberrima Barre des Ecrins. La sua salita non è difficile, ma si svolge in ambiente severo di alta montagna, e le pendenze sono molto ripide. Qualche problema può presentare il superamento della crepaccia terminale nei pressi della Brèche Lory, specie se affiora del ghiaccio vivo.
  • Partenza: Prè de Madame carle 1874 m

  • Tempo di salita: 4 h 1° giorno, 4 h 2° giorno

  • Dislivello: 2190 m

  • Difficoltà: F+

  • Periodo consigliato: Giugno - settembre
  • Punti d'appoggio: Refuge di Glacier Blanc - Refuge des Ecrins

9 e 10 giugno 2007.

Ed ecco che inizia la stagione alpinistica...in notevole anticipo e senza alcuna "gitona" escursionistica preparatoria, e con ancora i residui dell'influenza.. ma l'invito di martamarta e dei suoi amici era allettante, e ne ho approfittato, conoscendo nuovi amici.

Siamo partiti sabato alle 11 da Pre de Madame Carle 1874 m, con un bello zaino carico, su per l'ottima mulattiera. Impressionante il vallone del Glacier Noir sicuramente abbandonato dal ghiacciaio nell'ultimo secolo. Il tempo è buono, fa caldo, e la fatica si fa sentire. Saliamo in ambiente grandioso e selvaggio, a quota 2450 m, nei pressi di un laghetto, ci fermiamo per il pranzo.

Nel mentre ci raggiungono gli altri 4 partecipanti, e si riparte sgranati verso l'alto. La fronte del Glacier Blanc è impressionante, verso i 2800 m di quota mettiamo piede sul ghiacciaio. Con percorso in leggera salita giungiamo alla base del pendio detritico e nevoso che faticosamente risaliamo per raggiungere il refuge des Ecrins 3170 m.

E' molto affollato, ci sono due corsi CAI e probabilmente anche uno del CAF.

Un po' di relax, cena, un'ultimo sguardo alla Barre des Ecrins tra le nubi e si va a nanna. La notte è infernale, il caldo terribile in camerata non mi fa praticamente dormire.. Alle 3 ci si alza, avrò dormito si e no 2.30 ore.

La colazione a fatica come al solito, poi scendiamo al ghiacciaio. Sono già le 4.35 quando ci incamminiamo. Parto con un passo molto lento, il percorso è inizialmente in leggera salita, fino a quota 3300 circa, dove la traccia si impennerà verso l'alto. Qui ci coglie l'alba, splendida. La via è molto affollata, ma sulle rampe assai ripide si va piano e ci si ferma spesso.

Uscire di traccia è impensabile, si sprofonda nella neve fino al ginocchio. Faticosamente, risaliamo l'immenso e spettacolare e ripido versante nord della Barre des Ecrins, fin sotto la parete terminale, dove ci coglie la nebbia.

Quest'ultima rampa, massima pendenza a 45°, toglie il fiato anche a me... ma poi spiana, e la nebbia si dissolve... con un lungo traverso in leggera ascesa, arriviamo sotto il ripido muro della Breche Lory, 3974 m. Si riprende fiato, poi con cautela superiamo il pendio a 45°, sotto c'è del ghiaccio, ma è ancora in buone condizioni.

Ci siamo quasi... gli ultimi passi, e quando sono in vetta mi viene la pelle d'oca.. di nuovo a quota 4000, respiro di nuovo quest'aria sottile. Sono le 8.50, siamo a 4015 m, giù in valle il mondo dorme ancora...

Le foto di rito, poi è ora di scendere. Due nostri compagni hanno rinunciato alla Barre des Ecrins per la troppa neve, altri due ci proveranno lo stesso ma faranno dietro front dopo il primo tiro... condizioni troppo invernali in cresta, in effetti anche altre 2 cordate francesi tornano indietro.

La nostra discesa è lunga, e comunque faticosa, e bisogna tenere alta la concentrazione, perchè la traccia passa su alcuni ponti mascherati dalla neve recente.

Finita la parte ripida, a 3300 m, anche se non si dovrebbe stare in T-shirt su ghiacciaio, mi devo svestire... il caldo è terrificante, e percorrere il plateau fino al rifugio è una cosa allucinante per via del calore. Non un filo d'aria, il riverbero trasforma questo luogo in un forno...

Sotto il rifugio piccola pausa, poi giù in ordine sparso.... nei pressi del refuge du Glacier Blanc è pieno di marmotte, il bello di salire un 4000 senza impianti, e partendo dal fondovalle è anche questo.

Una sosta per una birra, poi si riparte, e nell'ultima mezz'ora prendiamo anche un po di pioggia, ma se non altro ci rinfresca..

Ed eccoci finalmente a Pre de Madame carle... sono le 16.35, sono 12 ore che camminiamo... ma la gita è finita!

Birrazza, panozzo, poi via verso casa... anche questa è andata, il 17° quattromila aggiunto alla "collezione".

L'unico aspetto se diciamo "negativo" di queste salite, è che sono sempre molto affollate...

tuttavia, Gaston Rebuffat soleva dire "A quattromila metri si respira un'aria particolare"... ed è vero...

 
Photobook di questa gita.

Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo


 

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