Albaron di Savoia 3626-3637 m. |
L'Albaron di Savoia... già il nome lascia presagire si tratti di una salita di un certo livello... in realtà è una salita tecnicamente semplice, se la montagna è in buone condizioni. Il percorso è molto frequentato, anchein primavera con gli sci, usufruendo dell'appoggio del rifugio Gastaldi. La salita si svolge su itinerario in parte glaciale, sul ghiacciaio del Collerin e quindi per una cresta non difficile se non innevata, con passaggi fino al II°. Panorama grandioso dalla vetta, ovviamente.
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9 e 10 agosto 2006 Appena tornato da Budapest già è tempo di organizzare una gita alpinistica... visto il tempo favorevole anche nelle mie valli, decidiamo di tentare l'Albaron di Savoia, altra cima che mi gira per la testa da diversi anni. Partiamo nel primo pomeriggio di sabato, dal Pian della Mussa, col solito tempo mediocre, nebbie e schiarite. Arriviamo al rifugio Gastaldi alle 16.35 del pomeriggio.
A sinistra: nebbie verso la Punta Maria Al centro: la Rocca Turo 2759 m A destra: la mia ombra sulle nuvole Relax, poi in ciabatte salgo fino alla panoramica Rocca Turo, tra le nebbie, e il sole che sce subito dopo, regalandomi lo spettacolo dello spettro di Brocken. Torno giù per cena, che anche se servita in ritardo, si rivela ottima ed abbondante. Solita tisana, quindi a nanna. La sveglia suona alle 5 del mattino, colazione e partenza alle 5.55. Seguiamo l'itinerario per la Ciamarella, ammirando subito dopo la teleferica una spettacolare alba su un mare di nubi in continua ebollizione sulla valle di Ala.
Immagini dell'alba, camminando verso il Pian Gias Nei pressi del bivio del pian Gias lasciamo un po di materiale, poi proseguiamo per pietraie e nevai induriti dal gelo della notte. Risaliamo per sfascimi e morene fino alla fronte del ghiacciaio del Collerin, ricoperto di neve dura, dove calziamo i ramponi. Risaliamo il ripido pendio di neve, i crepacci sono pochi e ben visibili. La salita è veloce fino al passo Chalanson, aperto sulla Francia. Rimettiamo piede sul ghiacciaio, dirigendoci alla Sella dell'Albaron, 3400 m circa.
A sinistra: la fronte del ghiacciaio del Collerin Al centro: la prima parte del ghiacciaio A destra: salendo verso il passo di Chalanson
A sinistra: ghiacciaio del Collerin Al centro: arrivo al passo di Chalanson superiore A destra: riposando al passo Da qui comincia la bella cresta, da seguire più o meno sul filo. Il percorso è facile, tracce di sentiero si alternano a roccette al massimo di II°, in alcuni tratti la cresta è affilata ma mai terribile, tanto che saliamo slegati. Tocchiamo la cima Sud, quindi all'ampia Punta Nord, la più alta, quotata 3637 m.
A sinistra: verso la serra dell'Albaron, sullo sfondo il Monte Collerin 3475 m Al centro: uno sguardo verso la Punta Chalanson e la Ciamarella A destra: la cresta sud dell'Albaron di Savoia
Immagini della cresta di salita Per essere agosto fa freddino in vetta, il panorama è grandioso, ma con l'arrivo delle classiche nebbie da valli di Lanzo, ci tocca scendere. E' suggestiva la nostra discesa per la cresta, tra le nebbie che vanno e vengono, e, giunti alla sella dell'Albaron, decidiamo di risalire ancora al Monte Collerin 3475 m, in pochi minuti.
A sinistra: tra la punta sud e la punta nord Al centro: la punta nord dell'Albaron A destra: in vetta all'Albaron di Savoia
A sinistra: al ritorno, tra le due punte Al centro: in discesa sulla cresta A destra: luci e ombre sulla cresta La nebbia però ci avvolge del tutto, e scendiamo alla cieca sul ghiacciaio, ritrovando le nostre tracce dell'andata. Sarebbe stato intelligente legarsi, perchè Alex per ben due votle assaggia l'ebbrezza di sentirsi sprofondare in un paio di piccoli crepacci... LEGARSI SEMPRE SUI GHIACCIAI!!
A sinistra: in vetta al Monte Collerin Al centro: verso la fine del ghiacciaio A destra: in discesa nei pressi del bivio del Pian Gias Ne usciamo comunque alla svelta, scendendo poi per nevai, e quindi per pietraie e sfasciumi fino al bivio del Pian Gias, dove ci concediamo il pranzo, e finalmente risentiamo un po di tepore sulla pelle. Non ci resta che scendere mestamente al pian della Mussa, mentre la stanchezza si fa sentire. Giunti al piano della Mussa e cambiatici, non ci resta che una bella birrona al rifugio Città di Ciriè. Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo |
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